Commenti Vangelo » Nella notte del mondo e dello spirito – Commento al vangelo di don Gabriele Nanni – 5.1.2020 – Sap 1
Fonte:
https://www.spreaker.com/user/11389973/5-gennaio-2020-audio-05-01-20-09-10

5 gennaio 2020
II Domenica dopo il Natale

Antifona d’Ingresso – dal libro della Sapienza (Sap 18,14-15)

Nel quieto silenzio che avvolgeva ogni cosa,
mentre la notte giungeva a metà del suo corso,
il tuo Verbo onnipotente, o Signore,
è sceso dal cielo, dal trono regale.

Questa breve citazione dal testo sapienziale ha un’intenzione profetica nell’indicare come il Verbo di Dio, dal suo trono di Re dell’universo, dal suo cielo scende nel cuore della notte sulla terra.
La parola di Dio, che si fa carne, scende mentre tutto è silente e tutto dorme, per rivelarsi col crescendo della luce fino alla pienezza della metà del giorno. La nascita di Gesù è segnata dal nascondimento agli occhi degli uomini per rivelarsi a poco a poco, come la luce del giorno, fino a giungere al massimo della sua manifestazione a mezzogiorno.
La rivelazione agli uomini ha un andamento e delle modalità naturali, ma porta in sé il germe del soprannaturale. Dio si nasconde dietro al suo creato e attraverso il creato si disvela, si rivela attraverso le opere fino al mostrarsi con il volto di Gesù, che fa risuonare la sua voce, che compie le sue opere, che viene a salvare gli uomini dal male che li uccide e li destina all’inferno, prigionieri di se stessi e del Maligno. La luce di Cristo viene a sconfiggere le tenebre, la conoscenza delle cose di Dio e della verità mettono ogni uomo nella possibilità di scegliere la vita, che passa attraverso la luce soprannaturale che si cela e si offre attraverso la luce naturale delle parole e delle opere di Gesù.
Viene nella notte, Dio, durante il sonno degli uomini, nella notte di Betlemme, non riconosciuto, poiché gli spiriti sono dormienti, non per il riposo dalle fatiche umane, ma perché lontani dallo Spirito di Dio, che li illumina e li fa vivere nel giorno senza tramonto, li rende svegli e pronti a capire le cose di Dio attraverso gli accadimenti umani, gli incontri delle persone, le spinte del cuore.
Il mondo dorme riguardo alle cose di Dio; nella notte fatta di preghiera Maria riceve l’annuncio dall’angelo dell’incarnazione del Verbo divino, nella notte Giuseppe riceve il messaggio celeste durante il sogno. Giuseppe e Maria vegliano nello spirito e comprendono quello che Dio dice loro. Gli uomini invece sono attenti alle loro attività, ma non comprendono neppure le situazioni che ogni cuore capirebbe: una donna partoriente viene lasciata fuori nella notte; nessun cuore umano farebbe questo se non fosse spiritualmente intorpidito. Il cuore che dorme non comprende neanche la vita materiale.
A nessuno venne chiesto di riconoscere il Messia che viene al mondo, ma di riconoscere il bisogno di una madre che è in viaggio e sta per partorire senza assistenza e senza un tetto, nella notte fredda di inverno.
La notte in cui viene nel mondo il Creatore e Salvatore è quella dei cuori duri, ma è anche quella del segreto dell’anima di chi prima di donare al mondo deve accogliere in sé la salvezza e poi trasformarla in offerta.
Nel segreto dell’anima avvengono le cose più grandi, e quelle più importanti, in noi avvengono lasciando all’oscuro anche noi stessi, per agire nel segreto indisturbato tra Dio e il profondo del cuore, dove né noi, né alcuna potenza nemica può entrare. Nella cella più segreta dell’anima Dio opera il suo segreto connubio con noi, chiedendoci il rispetto del silenzio e del segreto.
Quando l’unione tra il Creatore e la creatura diventa completa e rinsaldata, allora ci sarà la manifestazione di ciò che siamo e saremo. Il segreto è voluto e mantenuto da Dio perché quello che noi ora comprendiamo e sappiamo è visibile a chiunque, e può essere impedito o distrutto dal nemico di Dio, il diavolo, il quale può vedere quello che gli angeli e gli uomini vedono, ma Dio si riserva una via segreta dove solo lui può entrare ed agire. Questa si chiama notte delle fede, dove noi non vediamo, ma crediamo alle promesse. Nella notte dello spirito accadono le cose più importanti per noi, anche se noi percepiamo l’opposto o il nulla.
In questo senso San Giovanni della Croce scrive nel Prologo della sua opera, La notte oscura, (versi 1,2,5); egli ci ammaestra ad accettare la notte e la non conoscenza, per lasciar compiere nell’anima, l’unione tra noi e Dio:

1. In una notte oscura,
con ansie, dal mio amor tutta infiammata,
oh, sorte fortunata!,
uscii, né fui notata,
stando la mia casa al sonno abbandonata.
2. Al buio e più sicura,
per la segreta scala, travestita,
oh, sorte fortunata!,
al buio e ben celata,
stando la mia casa al sonno abbandonata.
3. Nella gioiosa notte,
in segreto, senza esser veduta,
senza veder cosa,
né altra luce o guida avea
fuor quella che in cuor mi ardea.
4. E questa mi guidava,
più sicura del sole a mezzogiorno,
là dove mi aspettava
chi ben io conoscea,
in un luogo ove nessuno si vedea.
5. Notte che mi guidasti,
oh, notte più d

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