Commenti Vangelo » Una Chiesa ancora agli inizi – Commento al vangelo di don Gabriele Nanni – 24.1.2020 – Gv 10,11-16

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https://www.spreaker.com/user/11389973/24-gennaio-2020-audio-24-01-20-06-25

24 gennaio 2020
San Francesco di Sales

UNA CHIESA ANCORA AGLI INIZI
Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 10,11-16)
In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore.
E ho altre pecore che non sono di quest’ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore».

Se pensiamo alla diffusione della Chiesa nei giorni correnti possiamo dire che le grandi spinte missionarie, del XVI secolo e poi del XIX, stiano trovando un ristagno se si eccettua un timido ma costante aumento in oriente. Ma anche se la presenza dei cristiani territorialmente è acquisita in buona parte del mondo, la fede cristiana non costituisce certo la maggioranza fra le religioni.
In più assistiamo ad un concreto abbandono della Chiesa da parte dei fedeli. Tale fatto è percepibile maggiormente nella Chiesa di cultura occidentale, Il crollo della fede individuale e l’abbandono progressivo a livello culturale della fede cristiana e della Chiesa istituzionale fa apparire uno scenario desolante per l’immediato futuro.
La navicella di Pietro è destinata ad attraversare tempeste, le prove non mancheranno mai, ma la nostra fede si fonda sulla istituzione di Cristo della Chiesa e quindi il suo Capo non morirà mai, perché egli è Colui che ha già vinto il nemico e la morte. Chi deve vincere in lui, siamo noi uomini viventi sulla terra, chiamati a giocare la nostra partita contro il male, ma destinati a vincere in Cristo, per la nostra unione intima con lui.
Perciò il male nella Chiesa non proviene dal suo messaggio e dalla finalità della sua esistenza, che è la salvezza delle anime, ma dalla infedeltà dei suoi componenti a Cristo ed al suo mandato: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.” (Mt 28-19-20). Gesù aggiunge che possiede molte pecore che non sono di questo ovile e lui le condurrà, ed ascolteranno la sua voce per formare un solo gregge ed un solo pastore.
Queste parole sono per il futuro, che ha avuto un inizio grandioso con l’espansione veloce del cristianesimo nel mondo dell’Impero Romano e poi nelle Americhe in Asia e in Africa nei secoli successivi, ma come detto, non ancora completate, anzi con una retrocessione nei numeri e nella qualità.
La nostra fede riposa sulle parole di Gesù, il quale ha promesso che egli condurrà le pecore al suo ovile, la sua voce sarà fatta sentire nei cuori delle genti ed i nuovi missionari mieteranno dove altri hanno seminato.
Senza Gesù non possiamo far nulla, egli predispone le anime che sono sue, alla conversione, e la Chiesa deve essere pronta ad essere presente ad insegnare quello che lo Spirito grida interiormente. La voce del Pastore agisce e si fa sentire nel profondo delle anime, le quali devono trovare dei pastori che li istruiscano nella fede, come coadiutori del Pastore Grande delle pecore.
La Chiesa è e vive, se vive della misericordia del Cristo, se fa veramente accusa dei propri peccati, con spirito di conversione, allora, può essere di nuovo perdonata e rivitalizzata, diversamente è solo illusione pensare di poter pianificare strategie pastorali e missionarie.
Se la promessa di Gesù è quella di essere con noi sino alla fine del mondo, allora la nostra preoccupazione deve essere di rimaner uniti a lui, conoscere e amare l’intimità del Cuore di Gesù, perché solo da tale unione intima può scaturire la nostra salvezza individuale e la produzione di frutti abbondanti nella missione, ovunque noi siamo.
Il motivo principale del nostro fallimento sta nell’allontanamento da Dio, nella presunzione e nella nostra mancanza di unione mistica con Gesù, il Vincitore. Noi siamo perdenti ad uno ad uno e quindi ecclesialmente, poiché di tutto ci preoccupiamo fuorché di essere fedeli a Cristo. Una Chiesa è salda se unita nella fede al suo fondatore, se bandisce il peccato e vive della grazia che promana dalla vita interiore. Se Cristo vive in noi egli può far fruttificare la sua vigna, diversamente siamo condannati alla rovina e alla dispersione, fino a quando Gesù non farà suscitare pastori degni del suo nome. Tutto questo si deve ancora realizzare: la Chiesa è solo agli inizi della sua storia perché moltissime anime devono incontrare il loro Salvatore.

Dio vi benedica!
Gabriele Nanni

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