Fonte:
https://www.spreaker.com/user/11389973/30-gennaio-2020-audio-30-01-20-06-43
30 gennaio 2020
RESPONSABILI DELLA LUCE
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 4,21-25)
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».
Queste parole di Gesù fanno seguito alla parabola del seminatore, la quale è definibile come la parabola delle parabole, poiché spiega la modulazione del vangelo a seconda di chi ascolta.
“Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!” esorta Gesù, per avvertire che non tutti hanno tale orecchio, quell’intelligenza spirituale, che permette di entrare nel profondo delle cose riguardo i misteri del Regno.
Ma questo non va a costituire due classi di persone, destinate a rimanere separate: il gruppo dei confidenti di Gesù e gli altri che sono fuori, poiché il destino è comune, cioè quello di giungere davanti a Dio.
Perciò la Parola di Dio si è fatta carne per raggiungere ogni uomo, per illuminare con la Verità delle cose nascoste gli uomini, che Dio ha riservato fin dall’eternità. La diversificazione delle persone accade per lo stato diverso in cui gli uomini si trovano e per quello che sono, e per le intenzioni segrete dei cuori che devono venire alla luce. Gesù è venuto per mettere alla luce i cuori, pietra di inciampo per alcuni, ma di salvezza per chi crede in lui.
Tale lampada, cioè il Cristo, è stata mandata dal Padre come luce per il mondo, perché il mondo creda e si salvi, perciò non può rimanere nascosta, né è possibile che le cose rimangano oscure: tutti i cuori verranno illuminati e tutti riceveranno la luce. Quello che si è nel profondo viene scandagliato dalla luce divina, i nostri segreti saranno messi di fronte alla Verità e nulla rimarrà nascosto, nulla che riguardi Dio, nulla che riguardi noi.
L’esortazione ad ascoltare è per mettere in gioco la nostra responsabilità: chi ha orecchi non può dire di non sapere, chi comprende è gravato della responsabilità della propria salvezza, della decisione per Dio o per il rifiuto.
Il giudizio su di sé e sugli altri deve essere proporzionato alla conoscenza che si è ricevuta dalla luce divina. Chi comprende il movimento di Dio che scende sulla terra per donare la conoscenza della Verità, della necessità della nostra salvezza, non può giudicare il prossimo solo in base alle azioni, ma deve realisticamente guardare con occhio di misericordia chi non capisce, chi è prigioniero delle tenebre e del peccato, chi ha bisogno di essere illuminato, di percorrere un cammino che ancora non vede, chi necessita di tanta pazienza, dell’attesa da parte di chi sa e comprende lo stato miserevole e con amore compatisce e perdona, perché il fratello non sa quello che sta facendo agli occhi di Dio.
A chi dunque è dato di capire è chiesto di compatire molto, cioè patire con il Signore per portare i pesi degli altri, affinché trovino misericordia presso Dio.
A chi è dato di saper ascoltare molto è richiesto dal Signore per partecipare alla sua opera di redenzione: in questo saranno differenziate le cose, nella ricompensa maggiore di chi ha saputo dare per il bene degli altri.
Il premio di chi si fa salvatore di un altro sarà maggiore di chi è stato solo salvato, ma ora è il tempo della responsabilità, per sé e per gli altri, il tempo di dare, di far conoscere, di attendere con speranza la salvezza di chi è lontano, di chi si fa nemico, per amarlo per quello che può diventare davanti a Dio, per l’immensa carità di Dio.
Invece, fare tesoro geloso della propria condizione, costituisce un peccato contro la giustizia di Dio. Chiunque fa della propria ricchezza, non certo solo materiale, ma anche spirituale, un pretesto di divisione sprezzante, per vanagloria, verrà privato di quei beni usati malamente, senza spazio per l’amore, senza carità nel giudizio, poiché nemmeno un movimento interiore rimarrà inosservato dagli occhi di Dio. Siamo chiamati a moltiplicare i tesori di Dio nella carità verso prossimo, per ricevere moltiplicata la ricompensa nel Regno dei Cieli
Dio vi benedica!
Gabriele Nanni
Comunicazione divina, Sofferenza