Commenti Vangelo » Opere dello Spirito – Commento al vangelo – 3.12.2020 – Mt 7,21.24-27
Fonte:
https://www.spreaker.com/user/11389973/3-dicembre-2020-audio-03-12-20-07-12
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 7,21.24-27)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».

Le opere sono conseguenza della fede. Non c’è fede vera che non diventi operosa, non ci sono opere sante senza fede.
Una preghiera che esprime la propria fede, ma non si traduce in un cambiamento della vita, in una conversione sincera e totale non è altro che vanità, che non permette di entrare nel Regno.
Un’operosità fatta per interesse personale non è carità e non può salvare.
Gesù lo insegna in diverse occasioni aggiungendo le proprietà essenziali dell’azione conforme alla volontà di Dio.
Nel discorso sul Giudizio universale, egli premia con la vita eterna chi anche non lo ha conosciuto, e dunque non ha agito in nome di Dio, ma in nome della carità marcata dal soccorso perfettamente gratuito del prossimo, senza nessun ritorno, ma per il fatto di riconoscere nell’altro un uomo che soffre e dunque identificandosi con lui. Così si attua il comandamento: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Chi non conosce la provenienza divina di questa regola, la riconosce di fatto dettata dalla propria coscienza, la quale è un riflesso della volontà divina.
Chi ha ascoltato la Parola, e dunque ha conosciuto Cristo, cioè la volontà di Dio, se non è conseguente, mostra di avere una fede parolaia, che si illude con se stessa e che cerca di far vedere ciò che non è.
Le opere sono la dimostrazione di quello che la coscienza teme e crede, sono la prassi che è coerente con l’idea, ma sono anche auto educazione, poiché l’esercizio del bene fa diventare virtù quello che è solo un atto occasionale.
Se poi è importante lo sforzo personale per vincere la ritrosia al bene e l‘attrazione gravitazionale all’egoismo, alla propria soddisfazione, all’idolatria di se stessi, tuttavia accade qualcosa che non proviene dalla nostra capacità o natura: si tratta del dono della Forza e della Luce necessaria per riconoscere e per attuare il Bene. Il bene viene suggerito dallo Spirito Santo e compiuto con la sua Forza.
Prima occorre il discernimento, cioè quale sia il bene da compiere e quale invece quello da omettere perché ha solo apparenza di bene. Lo Spirto dà luce ai Comandamenti, che sono i principi che ci guidano, ma oltre a questi lo Spirito ci dice cosa dobbiamo fare nei frangenti concreti della vita, quali scelte che sembrano anche contradditorie con il buon senso umano, ma sono invece la via di Dio, che non è mai la nostra.
La sua Forza ci mostra e ci dà coraggio per intraprendere decisioni che umanamente ci sacrificano, ma che sono chieste da Dio per un bene superiore, che egli dispone per la nostra statura spirituale.
Le opere di Dio, dunque, sono tutte mirate alla costituzione del suo Regno nei cuori degli uomini, ed escludono l’interesse personale, anche quando sembra non danneggiare nessuno. Esse possono chiedere abnegazione e sacrificio, quale esercizio di virtù contro le tendenze all’egoismo, e chiedono l’esercizio eroico delle virtù cristiane.
Queste sono quelle della fede, della carità e della speranza. Tutto quello che deriva da queste virtù, forma le opere di Dio, quelle che il suo Spirito suggerisce: quando sono accettate vengono compiute con la sua Forza, con un vigore ed una perseveranza non umane. Esse ma testimoniano l’azione e la presenza di Dio nel cuore degli uomini.
Dunque, le opere buone non sono altro che quelle che sono suggerite dallo Spirto Santo, in conformità ai suoi comandamenti e compiute nello Spirito.
Tali opere non solo mostrano ed educano alla coerenza della fede nella Parola di Dio, ma sono azione dello Spirito Santo, che mentre ci fa agire, ci trasforma, cioè ci santifica. Le opere umane, buone in sé ma non secondo il piano di Dio, sono inutili, anche se non cattive, poiché non sono trasformanti e non costruiscono il Regno, secondo il progetto di Dio.
La casa costruita in proprio, dove e come noi pensiamo bene, rimane senza fondamenta, è destinata alla distruzione a causa del tempo e degli elementi naturali. Essa non dura, perché non è parte dell’edificio della Città celeste, quella che rimane in eterno.

Dio vi benedica!
Gabriele Nanni

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