Commenti Vangelo » Si rallegreranno di nuovo nel Signore – Commento al vangelo – 4.12.2020 – Mt 9, 27-31 (creato con Sp
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9, 27-31)
In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!».
Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!».
Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi.
Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.

Due ciechi vengono miracolati, ma la vicenda si articola in un movimento incomprensibile, se non si tiene conto dell’ostilità che circondava Gesù. Gesù è seguito dai due ciechi, ma egli non dà loro attenzione, almeno fino a quando si trovano per strada. Poi essi lo raggiungono in casa.
Il luogo dove Gesù si trova non è dato a sapere, anche se il contesto fa capire che è in Galilea su una delle città attorno al lago, non Nazareth dove avevano tentato di ucciderlo, probabilmente a Cafarnao, città di Pietro, nella sua casa, dove era entrato ospite, là aveva guarito la suocera (Cf Lc 4, 36-37). Alla porta della casa si presentavano i malati e gli indemoniati verso sera, per farsi guarire (Lc 4, 40-41).
Così i due ciechi con ogni probabilità si trovavano nelle vicinanze di Cafarnao e seguirono Gesù che non aveva ascoltato le loro richieste, ma essi, con evidente insistenza e speranza grande di essere esauditi si presentano alla porta della casa.
La stranezza del comportamento di Gesù, che prima non ascolta e poi esaudisce in casa, si spiega con l’ammonimento finale, dopo la guarigione: “Badate che nessuno lo sappia!”.
Il miracolo avviene nella riservatezza e non per la strada, la fama si era allargata, ma Gesù evita di fare per loro un miracolo in piazza, come aveva già fatto in quel luogo: la guarigione di un indemoniato, di un lebbroso, poi di un paralitico davanti a Farisei e dottori delle Legge venuti da ogni dove della Galilea, dalla Giudea e da Gerusalemme (Cf Lc 5 17-26), affrontando apertamente il loro giudizio e provocandoli con la guarigione e l’assoluzione dei peccati del povero infermo; poi ancora la conversione di Levi, il Pubblicano, ed il pasto con i peccatori (Cf Lc 5, 27-32) seguito dalla guarigione dell’uomo con la mano inaridita in giorno di Sabato, mentre Scribi e Farisei, che cercavano proprio quel pretesto per accusarlo, erano fuori di sé per la collera e discutevano su quello che avrebbero potuto fare a Gesù (Cf Lc 6, 11).
Quello era il contesto duro dell’operato di Gesù in Galilea, cercato dalle folle per la Parola e le guarigioni, odiato e perseguitato dai Giudei, Farisei, Scribi e dottori della Legge.
Che sarebbe accaduto ai due poveri ciechi se avessero dichiarato il miracolo ricevuto? Non avvenne con il cieco dalla nascita guarito a Gerusalemme, che fu aggredito e maltrattato dai Farisei? La gente aveva “Paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga.” (Gv 9,22).
Dunque, Gesù, non per la propria sicurezza, ma per quella dei due ciechi risanati aveva detto: “Badate che nessuno lo sappia”.
Così accadeva che la potenza di Dio, in parole ed opere manifestata da Gesù sconvolgeva fino all’ira ed all’odio i Farisei, i Dottori ed i sacerdoti del tempio. Tutta la loro prosopopea era annientata dalla potenza e dall’autorità di Gesù.
L’invidia era inevitabile, la superbia e l’arroganza erano ridicolizzate, mancando l’umiltà e la ricerca della Verità, i potenti del mondo e della religione si accanivano nel perseguitare Gesù.
La Chiesa che doveva riconoscere il Cristo, divenne persecutrice di chi nel Cristo credeva. I miracoli negati e ridicolizzati con un sofisma legale, la potenza sul demonio, cacciato con il solo comando veniva attribuito a combutte con Belzebul: la menzogna e la calunnia erano l’arma di costoro e purtroppo rimane di tutti quelli che anche ora ne seguono il male esempio.
Ma Gesù realizza la profezia di Isaia:
“Gli umili si rallegreranno di nuovo nel Signore,
i più poveri gioiranno nel Santo d’Israele.
Perché il tiranno non sarà più, sparirà l’arrogante,
saranno eliminati quanti tramano iniquità,
quanti con la parola rendono colpevoli gli altri,
quanti alla porta tendono tranelli al giudice
e rovinano il giusto per un nulla. (Is 29,20-21).
Quanto Gesù fece si realizzerà in pienezza, perché gli umili che credono non siamo impediti, dai potenti della terra, ad andare alla salvezza.

Dio vi benedica!
Gabriele Nanni

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