Conversione, Regno di Dio, Ritratti di G. Battista, Spirito
La violenza della conversione – Commento al vangelo – 10.12.2020 – Mt 11,11-15 (creato con Spreaker)
https://www.spreaker.com/user/11389973/10-dicembre-2020-audio-10-12-20-08
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,11-15)
In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono.
Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».
La potenza di Giovanni il Profeta che doveva preparare la via al Signore che viene, il Messia il Cristo di Dio, viene esaltata da Gesù. Si tratta di potenza di uomo portato alla perfezione massima per limpidezza di sguardo, di profondità di veduta spirituale delle cose di Dio, di forza e fedeltà assoluta, pura concentrazione nella missione che Dio gli aveva affidato per preparare l’Avvento del Signore.
Ultima voce degli antichi profeti, potente come quella di Elia, rude ed aspra come mai, contrasto vivente con le mollezze delle vite di palazzo, di Governatori e potenti, di dotti Farisei e Dottori del tempio, di Sacerdoti, di Erode, di Pilato e chiunque altro.
Tutti costoro che avrebbero dovuto avere l’obbligo di accogliere e preparare il popolo al Cristo, che imminente doveva venire, furono indifferenti e nemici del Messia.
Il nuovo Elia, solitario Profeta in mezzo ai poteri forti ostili e nemici della verità e del popolo e di Dio, si ergeva rude a spianare la strada, unico annunciatore, unico a richiamare alla penitenza, alla preparazione dei cuori per accogliere degnamente il Dio che entra nelle case e nei cuori del suo popolo.
Aspra disciplina, trattava duramente il corpo per agevolare il volo dello spirito, insegnava con la propria vita la via da spianare, nel cuore, per staccarsi dalle cose del mondo, per essere pronti ad avere il cuore libero da preoccupazioni, attaccamenti, specialmente al peccato.
Riconoscere di essere peccatori, questa era il suo insegnamento e il pentimento insieme alla penitenza preparava a ricevere perdono da Dio attraverso il suo Cristo, lavati dalla potenza dello Spirito Santo.
Violenza chiede tale opera di mortificazione, violenza e perseveranza nel volere essere di Dio rinunciando al peccato ed alle opere malvagie. Il Regno si approssimava con Gesù ed occorreva essere violenti contro se stessi, senza cedimenti fino alle estreme conseguenze.
Giovanni pagò con la vita la sua coerenza, fu il primo ad assaggiare il martirio proprio da coloro che dovevano essere portatori di verità , primi ascoltatori della Parola di Dio, primi annunciatori, perché dotti, fatti sapienti dalla Rivelazione ad un popolo formato da Dio stesso.
Costoro tradirono la missione e si fecero assassini: Erode, i sacerdoti, i Farisei, i Sadducei, i Dottori del tempio. Tutti si rallegrarono della morte del Profeta e tutti si adoperarono per la morte del Cristo.
Il mondo dei potenti e dei sapienti, coesi a sistema, si mostrarono nemici di Dio e degli uomini, e sempre saranno, poiché il potere concesso o ottenuto ubriaca l’uomo e difficilmente se ne rimane incontaminati.
Ma c’è speranza di conversione, c’è perdono, c’é possibilità di salvezza. E mentre costoro pascono se stessi, i piccoli vengono privilegiati, riempiti di sapienza viva e nuova, quella dello Spirito Santo. I piccoli e gli umili, coloro che non hanno potere, coloro che nel mondo sono solo disprezzati, costoro diventano i soggetti privilegiati della grazia e dell’amore di Dio.
Costoro non hanno omesso la violenza contro il proprio peccato e la natura che spinge alla corruzione, costoro hanno purificato le loro vesti nel sangue dell’Agnello, hanno seguito infatti le indicazioni del Battista e con lui, nel Regno dei Cieli sono diventati ancora più grandi di lui sulla terra, poiché la grazia ingigantisce l’uomo, fino a portarlo alle vette della somiglianza con Dio, suoi figli appunto.
Dio vi benedica!
Gabriele Nanni