Commenti Vangelo » Il sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato – Commento al vangelo – 28.12.2020 – 1Gv 1,5 – 2,2 (cr
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https://www.spreaker.com/user/11389973/28-dicembre-2020-audio-28-12-20-09

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (1Gv 1,5 – 2,2)

Figlioli miei, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna. Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato.
Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.

Due sono gli elementi chiave per comprendere la realtà della nostra situazione: il peccato e l’espiazione per mezzo del sangue. Chi dice non avere peccati è bugiardo.
Da qui la falsa coscienza che si forma in chi vuole illudersi con se stesso, ma è appunto menzogna, e malafede. L’idea di non aver nulla a che fare con il peccato e giudicarsi fuori da responsabilità significa pensare che la propria vita sia corretta e non debba essere giudicata.
Questo significa vivere in autonomia da Dio: senza relazione col peccato. Il rapporto con Dio si esaurisce così; non dovendo rendere conto di nulla non dobbiamo nulla a Dio, esattamente come il servo della parabola del talento: “So che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sottoterra: ecco ciò che è tuo.” (Mt 25, 24-25).
Il primo esame di verità è quello della nostra responsabilità, non solo sulle colpe, ma sulla relazione con Dio: ci appropriamo di tutto quel che è suo, cominciando dalla nostra vita, e poi restituiamo qualcosa, tenendo quel che riteniamo nostro, per non aver nulla a che fare con lui.
Il peccato e la menzogna sono contrari alla verità, la rivelazione dice le cose come stanno: questo è il significato profondo dell’Apocalisse, lo svelamento della grande menzogna a livello mondiale, il velo che copre i volti di tutti i popoli (Cf Is 25,7), riguardo noi e Dio a causa del peccato e del demonio, padre della menzogna.
Il secondo elemento, anche questo difficile per noi da ammettere, perché è una realtà dura che ci riguarda, è che l’espiazione del peccato è fatta col prezzo del sangue. È proprio della rivelazione di Dio fin dalle origini che il sangue versato è il mezzo dell’espiazione (Cf Lv 17,11).
La vittima, il cui sangue era versato, doveva essere mangiata per ottenere l’espiazione del peccato come è scritto nel Levitico:
“Mosè poi si informò accuratamente circa il capro del sacrificio espiatorio e seppe che era stato bruciato; allora si sdegnò contro Eleazaro e contro Itamar, figli superstiti di Aronne, dicendo: «Perché non avete mangiato la vittima espiatrice nel luogo santo, trattandosi di cosa sacrosanta? Il Signore ve l’ha data, perché porti l’iniquità della comunità, perché su di essa compiate l’espiazione davanti al Signore. Ecco, il sangue della vittima non è stato portato dentro il santuario; voi avreste dovuto mangiarla nel santuario, come io avevo ordinato (Lv 10,16-18).
Gesù è l’Agnello di Dio che espia i peccati del mondo con la sua immolazione, e la sua carne deve essere mangiata nel santuario per il perdono dei peccati.
Nel triste episodio della strage degli Innocenti a Betlemme, il sangue versato era connesso con quello di Gesù. Era lui la vittima predestinata, ma non era ancora giunta la sua ora, sarebbe accaduto a Gerusalemme per la salvezza del mondo, dopo aver istituito l’Eucaristia, la sua carne da mangiare per avere il perdono dei peccati e la comunione dello Spirito Santo.
I bambini innocenti uccisi furono associati previamente al sacrificio di Gesù così il loro sangue non fu versato senza un effetto di salvezza per loro e per molti.
Così anche le nostre sofferenze in Cristo sono corrispondenza alla sua espiazione per i nostri peccati e per grazia per la redenzione di molti.

Dio vi benedica!
Gabriele Nanni

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