Commenti Vangelo » Solo nel Nome del Padre siamo padri e figli – Commento al vangelo- 30.12.2020 – 1Gv 2,12-17 (creato
Fonte:
https://www.spreaker.com/user/11389973/30-dicembre-2020-audio-30-12-20-08

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (1Gv 2,12-17)

Scrivo a voi, figlioli, perché vi sono stati perdonati i peccati in virtù del suo nome. Scrivo a voi, padri, perché avete conosciuto colui che è da principio. Scrivo a voi, giovani, perché avete vinto il Maligno.
Ho scritto a voi, figlioli, perché avete conosciuto il Padre. Ho scritto a voi, padri, perché avete conosciuto colui che è da principio. Ho scritto a voi, giovani, perché siete forti e la parola di Dio rimane in voi e avete vinto il Maligno. Non amate il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui; perché tutto quello che è nel mondo – la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita – non viene dal Padre, ma viene dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!

Nelle parole di Giovanni apostolo riecheggia la missione del suo primo Maestro, il Battista, che nella profezia era stato detto colui che avrebbe avvicinano i cuori dei padri ai figli e dei figli ai padri, per ritornare a Dio. Sono le stesse parole dell’angelo Gabriele a Zaccaria:
“Egli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto.” (Lc 1, 17-18); tali parole riprendono esattamente quelle del profeta Malachia, sulla venuta del Messia preparata dal nuovo Elia e l’importanza essenziale di seguire i comandamenti di Dio:
“Tenete a mente la legge del mio servo Mosè,
al quale ordinai sull’Oreb,
statuti e norme per tutto Israele.
Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga
il giorno grande e terribile del Signore,
perché converta il cuore dei padri verso i figli
e il cuore dei figli verso i padri;
così che io venendo non colpisca
il paese con lo sterminio. (Ml 3,22-24).
Giovanni scrive ad una umanità nuova, quella redenta da Cristo, perché ha ascoltato la sua voce e segue i suoi comandamenti. La chiave sta nella discordia tra padri e figli, che deve essere risanata.
Il conflitto non va considerato solo come ribellione generazionale, che si ripete, ma bisogna andare alla radice della paternitĂ , che vuol dire origine delle cose, e principi a cui si fa riferimento.
Il peccato ha introdotto la ribellione alla paternità di Dio, e la discordia tra gli uomini è subito iniziata, ma come effetto del peccato contro Dio.
Se viene messa in discussione la sua parola, il suo comando, la Legge che egli dà, ci si stacca immediatamente dal nostro Creatore, il principio da cui viene la nostra esistenza e con ciò ci si stacca anche da tutto il bene che ne deriva, la vita nei suoi innumerevoli risvolti.
Il principio della conoscenza e l’orientamento del sapere, l’agire morale viene staccato dalla sua fonte nativa e tutto quello che lo sostituisce è solo surrogato se non distorsione come nel suggerimento satanico ai progenitori, Adamo ed Eva.
Da che la ribellione alla paternità di Dio è avvenuta, gli uomini hanno costruito un mondo senza i principi di Dio, contro i suoi comandi, ed il peccato e la morte si sono diffusi sulla terra di generazione in generazione.
Il principio di paternità è la grande ferita dell’umanità. Il rifiuto di Dio come Padre, cioè come origine e fonte di vita ha provocato la ribellione e l’autonomia di tutti gli uomini, in primo luogo contro i padri, segno della paternità divina sulla terra, e dei padri verso i figli, ai quali comunicano una paternità distorta, quella di padroni e di incapaci di riflettere Dio verso i figli perché essi stessi furono i primi feriti in tale dimensione.
Quando Gesù, dunque, dice di mostrare il volto del Padre (Cf Gv 14,1-12), mostra il suo amore e la sua obbedienza al Padre e pertanto pur essendo Figlio rivela per la sua intima unione il volto del Padre verso gli uomini di cui si è fatto fratello. Così nell’uomo Gesù, il nuovo prototipo di Adamo, brilla la perfetta figliolanza verso Dio Padre e riversa la paternità sui fratelli stessi, divenendo immagine perfetta del Padre.
Giovanni scrive a padri e figli rinnovati da Cristo, che hanno sconfitto il Maligno, il principe di questo mondo, sua opera disastrosa, iniziata con la distruzione genetica della relazione tra Dio e la creatura e dunque tra uomo e donna, tra padri e figli, tra fratelli e sorelle.
Fin dall’inizio disastroso l’umanità ha rimesso la paternità nelle mani di Satana: “Voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro.” (Gv 8,44) ma essa è stata redenta, e può ancora riprendere a camminare nei comandamenti di Dio, con la fiducia di figli e non con la ritrosia dei ribelli.
Non c’è dunque, compromesso possibile ed accetto a Dio con il mondo e le sue concupiscenze: camminare secondo i comandamenti di Dio, con lo Spirito di Cristo, ci

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