Commenti Vangelo » Lebbra del corpo e lebbra dello spirito – Commento al vangelo – 14.1.2021 – Mc 1,40-45 (creato con S
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https://www.spreaker.com/user/11389973/14-gennaio-2021-audio-14-01-21-09

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,40-45)

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

Questo episodio, insieme ad altri mostra la reticenza di Gesù a pubblicizzare troppo i miracoli che compie. In particolare, la guarigione della lebbra, comprendeva la norma del controllo dello stato di salute dei sacerdoti per poter essere ammesso di nuovo nella normale vita in città, ed uscire dall’isolamento per il contagio.
La lebbra, come tutte le malattie, era collegato direttamente al peccato o allo sfavore di Dio, a causa del peccato personale o di qualcuno dei parenti dell’ammalato.
Perché Gesù chiede il silenzio al miracolato e fugge nel deserto, ove comunque riceve persone? A Cafarnao la gente si affollava alla sera davanti alla casa dove Gesù alloggiava, ma egli si ritirò a pregare e non volle tornare tra la folla, ma andare a predicare nei villaggi vicini, poiché diceva: “Per questo sono venuto.”.
Il fuggire la folla per predicare indica la chiara intenzione di Gesù di non attardarsi sugli incontri dove non c’era fede e conversione. Per la gente, che lo seguiva per ascoltarlo, egli prodigava il suo insegnamento perché erano come pecore senza pastore, e non faceva mancare il miracolo.
Gesù cerca coloro che lo vogliono ascoltare, rarissimi nella folla di una cittadina più preoccupata di ottenere una grazia materiale che altro. Di Cafarnao, insieme alle cittadine sul lago Gesù aveva detto: “E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se in Sòdoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe! “ (Mt 11,23): Cafarnao e le città del lago non si erano convertite, nonostante i numerosi miracoli.
La missione di Gesù è quella di incontrare i cuori di buona volontà, poiché la durezza di cuore è come un seme che cade sul lastricato della strada. Gesù predica, ma la gente cerca i miracoli, non la conversione. Egli predica il Regno, che è vicino ed occorre conversione. Egli è venuto a pagare i peccati con proprio sangue, ma se non c’è conversione, il disprezzo del sangue versato ed i miracoli fatti diventano un pesante tributo che si aggiunge ai peccati.
L’insegnamento di Gesù era sul Regno ed il suo sacrificio lo compiva: mediante la croce egli generava figli di Dio, per la remissione dei peccati.
I segni, i miracoli e gli esorcismi erano indicatori della sua divinità, un corroborante al credere, ma lo scopo era quello di far comprendere il destino eterno delle anime: la salvezza o la perdizione.
Non possiamo non cogliere la stessa distanza della nostra preoccupazione in tempo di pandemia. L’obiettivo primario è la salvezza del corpo, ma non quella dell’anima. Sembra che scampando a questo virus i problemi siano tutti risolti. Il ritorno alla normalità è il nostro desiderio, ma non ci interroghiamo sulla qualità spirituale e morale della nostra vita normale.
Noi viviamo in un mondo lontano da Dio, immerso nelle perversioni, attratti o spinti a necessità materiali, e non abbiamo più la dimensione della vita eterna.
Non siamo molto diversi dagli abitanti di Cafarnao e delle città sul lago: chiediamo miracoli, in quest’ora, non a Gesù, ma alla scienza, la quale si erge sovrana, nascondendo facilmente i propri limiti dietro alla paura della gente, la folla impazzita che cerca di essere preservata da questo male.
Altro non sembra esistere nelle nostre coscienze! La realtà dell’incontro con Cristo, il nostro destino di figli di Dio, la vita eterna non ci interessa, il panico per la vita materiale copre ogni profondità spirituale. Così la fede sembra svanita o sembra rivelarsi effimera come la nebbia del primo mattino di inverno.
Quanti sono quelli fra i credenti che pregano per la salvezza delle anime? Quanti quelli che sanno leggere negli eventi la mano di Dio? Chi ascolta la parola di Dio per cercare indicazioni di vita? Chi sa alzare sereno il capo per guardare al Cielo?
È questa l’ora dei credenti! Questo il momento di testimoniare la Pace di Dio nel cuore, la fede e la preoccupazione per il destino di milioni di anime! Siamo chiamati alla preghiera, serena, fiduciosa e forte!

Dio vi benedica!
Gabriele Nanni

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