Anima, Materia e Spirito, Parola La-, Purificazione, Sacerdozio, Spirito
La giuntura tra anima e spirito – Commento al vangelo – 16.1.2021 – Eb 4,12-16 (creato con Spreaker)
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Dalla lettera agli Ebrei (Eb 4,12-16)
Fratelli, la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto.
Dunque, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato.
La Parola di Dio è paragonata ad una spada a due tagli che entra fino alle giunture ed alle midolla, ma questa raffigurazione rappresenta l’interno della nostra anima, nella giuntura di due parti connesse tra loro: lo spirito e l’anima.
La spada è in realtà viva, poiché scruta e pesa i pensieri e i sentimenti. Essa è presenza di Dio, che mette a nudo a noi stessi quello che siamo davanti a lui.
L’anima è la parte più profonda dell’uomo, è la sede delle potenze: intelletto, memoria e volontà . Là si ricorda Dio, là si comprende, là si decide, là si vuole. Lo Spirito è il prodotto del cuore che si proietta fuori di sé: accoglie o respinge quello che incontra, ma anche tocca gli altri esseri fuori prendendo da essi o lasciando qualcosa. Lo spirito si configura a seconda di quello che la profondità del cuore cerca e vuole, o di quanto ha accolto e fatto proprio, dall’incontro con altri spiriti intelligenti.
Il nostro spirito può essere buono o malvagio a seconda di quello che il cuore sceglie. Il cuore dell’uomo è un abisso nel quale si gioca la sua esistenza spirituale, il suo colore a seconda delle sue caratteristiche. Può essere di luce più o meno pura a seconda di quanto ha in sé dalle eredità del peccato o ha accolto scegliendo il peccato.
Lo spirito deve esaminare se stesso e deve essere esaminato, esso si può piegare sulla propria anima e vedere quello che veramente è.
Tuttavia, siamo anche abili a nascondere noi stessi, soprattutto se la limpidezza è perduta e il peccato ha intorpidito l’anima. L’oscurità o la nebbia offusca la nostra coscienza e, riconoscere la realtà di quello che siamo e la qualità delle cose che facciamo, può diventare difficile.
La parola di Dio entra invece viva proprio là dove la volontà diventa azione, dove le decisioni producono uno spirito portatore di bene o di male. Il cuore dell’uomo è l’anima essa è la forma del corpo e attiene al corpo, pur essendo di natura spirituale. Il corpo è formato dall’anima, ma il corpo a sua volta è portatore di elementi che influenzano il volere dell’anima.
Tutta la parte psichica, la parte animale dell’uomo se non è padroneggiata dallo spirito fa valere le sue ragioni e le impone al cuore, il quale assoggettandosi ad esse finisce per diventare un animale intelligente, ma senza ali. Lo spirito è contristato e prende le forme basse di ciò che l’anima sta servendo.
La Parola di Dio, dunque, è sottile e sa dove entrare: si pone tra l’anima e lo spirito dell’uomo e induce all’esame con uno specchio differente da noi stessi. La memoria di Dio impedita di vedere quello che è il proprio spirito, con la Parola finalmente può fare il confronto.
L’anima, attraverso l’intelletto, ascolta la Parola di Dio e vede se stessa, vede la differenza, ricorda e riconosce Dio, vede il proprio spirito che non è espressione di amore e di giustizia, vede la propria miseria.
L’attaccamento a se stessi è nemico di Dio, ma la Parola può mostrare e tagliare i legami con il vizio e l’egoismo che lo spirito ha a causa dello stato del cuore diviso, cioè compromesso con ciò che è male. Il cuore, riconoscendo Dio e vedendo se stesso, può decidere di lasciarsi purificare dalla Parola, bisognerebbe dire: uccidere dalla spada e vivificare dallo Spirito Santo.
Infatti la Parola, se noi la accogliamo, ha il potere di separare quello che non è buono con una operazione sulla carne viva del nostro essere. Una parte di noi deve essere uccisa, mortificata.
La Parola fatta carne è Gesù eterno e sommo sacerdote, che entrando nel nostro cuore, lo conosce e lo purifica e lo presenta come offerta gradita al Padre. La Parola entrando nella nostra carne spirituale, tra l’anima e lo spirito diventa parte di noi e assume lo stesso dolore e la stessa morte che noi proviamo per il peccato.
Diventando parte di noi, ci dona il suo Spirito Santo che compie finalmente la volontà del Padre, ma abitando nel nostro cuore, diventa parte del nostro volere, prodotto della nostra adesione a Cristo. Le due volontà si uniscono e si fondono e il cuore è finalmente guarito.
Dio vi benedica!
Gab