Chiesa, Fede Fiducia, Sacramenti, Spirito
La chiesa nella tempesta – Commento al vangelo – 26.1.2021 – Lc 10,1-9 (creato con Spreaker)
https://www.spreaker.com/user/11389973/26-gennaio-2021-audio-26-01-21-08
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,1-9)
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Al tempo di Paolo, mentre la Chiesa missionaria raggiungeva i Gentili, già si stabilivano le basi di una Chiesa organizzata sul territorio, con Vescovo e presbiteri loro aiutanti e i diaconi.
La Chiesa come la conosciamo era già strutturata territorialmente fin dai primi decenni dopo la morte di Gesù.
Durante la vita terrena, Gesù inviava i discepoli a preparare l’annuncio che egli avrebbe fatto nei villaggi e nelle città, dando l’esempio per il futuro.
La missione è dunque una caratteristica costitutiva della Chiesa e non una possibilità. Quello che Gesù fece e promise allora, rimane per sempre: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”(Mt 28,19-20).
I missionari e la Chiesa locale sono sempre portatori dell’annuncio del vangelo, ma altresì sono sempre accompagnati da Cristo, dalla sua presenza spirituale che guida, sostiene, conforta, suggerisce e porta a compimento nei cuori, preparati dagli annunciatori, la conversione e la trasformazione dei cuori.
Il tempo che viviamo, certo complesso e mutato velocemente, si apre a prospettive di ulteriori cambiamenti, ma difficilmente saremo in grado di modificare una struttura pesante quale oggi è diventata la Chiesa a fronte di cambiamenti di fatto velocissimi e imponderabili.
Non basta dire che occorre cambiare le strategie dell’annuncio: questo è solo un grido di allarme ma non è una soluzione, per il fatto che non sappiamo né leggere e tantomeno prevedere cosa diventerà il mondo a breve.
La Chiesa, che ha il carisma profetico, quando vive nello Spirito Santo, deve saper leggere con gli occhi di Dio gli eventi della Storia, e per questo non sono adatte le interpretazioni culturali e sociologiche, poiché le vie di Dio non sono le nostre.
Il fatto più evidente è la perdita della fede, dimostrata fisicamente, dal vuoto nelle Chiese, la scarsità delle vocazioni, dAll’invecchiamento delle schiere di sacerdoti e religiosi senza un ricambio. La situazione pandemica, con le soluzioni di blocco della vita sociale ha sferrato un altro colpo, ma non è l’unica causa. Il mondo è armato contro la Chiesa e la caduta scandalosa della vita morale del clero e dei religiosi, dà ragione al mondo. Anche se le due cose sono strettamente connesse, il risultato non cambia.
L’incertezza e le divisioni all’interno della Chiesa non sono meno distruggenti del veleno del mondo. La mancanza di compattezza di orientamenti morali e dottrinali, non fanno altro che disperdere le file e l’efficacia dell’evangelizzazione è compromessa.
In questo tempo in cui le guide, sono spesso senza occhi e senza voce, rimane certa la fede in Cristo e nella sua promessa: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.”(Mt 28,20). Questa fede si concretizza nella presenza eucaristica e dei sacramenti, unici strumenti di salvezza.
Chi li possiede, stia stretto all’albero maestro della nave, poiché la tempesta infuria e i dubbiosi, i tiepidi e i venduti allo spirito del mondo vengono spazzati via. Nella tempesta la nave è l’unica salvezza, e la salvezza della nave è l’unica possibilità. Non si deve abbandonare il proprio posto, non bisogna essere lontani dal Maestro che è colui che con le vele dello Spirito Santo guida la Chiesa.
Nella barca che fa acqua travolta dalle onde, è la fede degli apostoli che gridano al Maestro, poiché finalmente si sono accorti che il lavoro e la navigazione, il frutto della pesca è sempre legato alla benedizione e alla presenza di Gesù: “Salvaci, Signore, siamo perduti! Ed egli disse loro: Perché avete paura, uomini di poca fede?” (Mt 8, 25-26).
Il dubbio è il nemico peggiore, perché viene dallo spirito satanico.
In qualsiasi situazione ci troviamo, dovunque siamo, s