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Omelia – Cuori e parabole – 27.1.2021 – Mc 4,1-20 (creato con Spreaker)
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Omelia di don Gabriele Nanni del 27.1.2021
Cuori e parabole
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 4,1-20)
In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla
enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla
era a terra lungo la riva.
Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il
seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli
e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito
germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo
radici, seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto.
Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il
sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle
parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono
fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non
comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato».
E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il
seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola,
ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati
sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, ma
non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o
persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi:
questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo
e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza
frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola,
l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».
Gesù indica la parabola del seminatore come la più importante e basilare per comprendere
tutte le altre parabole, inoltre spiega il motivo per cui parla in tal modo alla gente, ma non ai
discepoli.
Le parabole non sono esemplificazioni del Regno, bensì sono chiusure dei misteri con un
intento di misericordia.
La penetrazione del mistero di Dio è possibile solo se il cuore è come un terreno fertile e
dissodato, sgombro da preoccupazioni mondane e da paure umane. Il cuore è il luogo
dell’impianto del Regno divino, che deve produrre frutti di carità a gloria di Dio.
L’accento è posto sulla differenza dei cuori, cioè la disposizione ad essere raggiunto da Dio per
mezzo della Parola.
I tipi diversi di terreno indicano le risposte differenti. Nella parabola tutti sono ben disposti ad
ascoltare, pertanto qui non si prende in considerazione chi è ostile a Dio ed al suo Cristo.
Tuttavia, nonostante l’ascolto, non tutti fanno quello che dovrebbero fare, per essere fecondati
dal germe divino ed essere portatori di frutti che diventano meriti per essere figli di Dio,
appartenenti al Regno.
Certamente la strada indica una persona superficiale e distratta, incapace di lavorare il proprio
cuore lasciandovi al suo interno durezze, egoismi, spazi per la vita mondana: sono coloro che
meno possono sperare di portare frutti.
I più preparati sono anche i più volenterosi, che tagliano le preoccupazioni della vita, come se
fossero erbacce e rovi, per lasciare spazio alla pianta divina: questi hanno lavorato su se stessi
togliendo i sassi, durezza di cuore, egoismo e peccato. I due tipi stanno all’opposto della scala dei
cuori; in mezzo si possono ritrovare tutte le varianti umane.
Il fulcro sta nella buona volontà , quella disposizione interiore, che cerca il Bene, che anela a Dio,
nonostante il peccato, e per tale disposizione accoglie la Grazia per dissodare il terreno, il quale,
purificato, diventa creativo con il Creatore, portatore di frutti spirituali.
Chi non si dispone responsabilmente alla grazia, pur avendo ricevuto la Parola, viene chiuso
nell’ignoranza, poiché ad ogni sapere è chiesto il frutto, il rendiconto. A chi più è dato più viene
richiesto. A quelli di scarsa volontà viene dato solo di percepire nella nebbia qualcosa, ma non di
spingere lo sguardo verso le profondità dello Spirito di Dio. Non verrà negata la salvezza, ma
differente sarà la posizione in Cielo quanto alla vicinanza a Dio, al suo Mistero di Carità , che chiede
compartecipazione cosciente e volontaria, quella trovata sulla terra negli uomini di buona volont