Generazioni Stirpi Creato, Materia e Spirito, Resurrezione, Sacramenti
L’inizio della stirpe umana -Commento al vangelo – 11.2.2021 – Gen 2,18-25 (creato con Spreaker)
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11 febbraio 2021
L’INIZIO DELLA STIRPE UMANA
Dal libro della Gènesi (Gen 2,18-25)
Il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse: «Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne. La si chiamerà donna, perché dall’uomo è stata tolta». Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne. Ora tutti e due erano nudi, l’uomo e sua moglie, e non provavano vergogna.
Il racconto della creazione della donna pone la necessità di comprendere ancora una volta come l’origine della stirpe umana abbia delle peculiarità che rendono distinti gli esseri umani dal resto del mondo animale.
L’insegnamento della Scrittura passa attraverso immagini concrete e al tempo stesso fortemente simboliche.
Come per l’origine dell’uomo, la parte maschile, ci fu una derivazione dalla polvere, cioè dagli elementi naturali già creati, ma ricomposti da Dio per estrarre la figura umana, come la conosciamo, ed immettendo poi il suo spirito, la stessa cosa accadde per la donna, la parte femminile, ma continuando dall’uomo l’opera. La materia non fu presa da quella esistente nella natura, ma da quella già elaborata dell’uomo.
Il processo di novità era già stato iniziato, la peculiarità dell’uomo era già formata e completa. L’essere ad immagine divina, ma con un corpo materiale, simile alle bestie della terra, ma differente per fattura e capacità di altezza rispetto al Cielo, conteneva in sé il patrimonio genetico per trarre la parte femminile necessaria alla completezza maschile e capace di generare, non secondo l’istinto riproduttivo degli animali, ma come gesto divino, cosciente, e volontario di essere portatore di vita, per proseguire nell’esistenza, non solo della specie umana, ma capace di generare individui, persone destinate ciascuna all’eternità .
Se per il genere animale è importante la sopravvivenza della specie, per il genere umano è importante generare persone, le quali rimangono oltre la specie, perché vivono in eterno mediante l’anima immortale e lo Spirto di Dio che le rende simile a Dio.
Il sorgere della donna, la madre di tutti i viventi, fu dunque attraverso l’estrazione del patrimonio genetico dell’uomo tratto dalla terra, già perfetto nella sua costituzione, distinto per il salto di qualità creativo che lo aveva preparato a ricevere un corpo adeguato e proporzionato all’elemento spirituale, il soffio divino. La donna venne costituita per distinzione dalla parte dell’uomo, per essere capace, insieme all’uomo di generare per amore i figli di Dio.
La perfezione del primo uomo conteneva tutti i presupposti per la continuità della procreazione. Dio trasse dall’opera completa il patrimonio genetico per formare nella carne un essere simile ma distinto, nella carne, aiuto esistenziale capace di stare di fronte all’uomo, di guardarlo negli occhi e riflettersi in lui, capace di guardare il Cielo con lui e riflettersi in Dio.
L’unità e la completezza della coppia si compie in forma maritale, nel matrimonio, che assume la capacità generativa in obbedienza alla volontà di Dio, in modo consapevole, libero e responsabile, per educare alla conoscenza di Dio i figli ed avviarli al Cielo.
I due diventano una sola carne, perché sono già fatti da una sola carne, ma soprattutto nell’unione di amore della coppia si genera l’amore spirituale, che riproduce Dio e lo fa presente, perché dove c’è spirito di amore Dio è presente.
L’unione sponsale è superiore ad ogni altra unione proprio perché liberamente nell’amore riproduce più perfettamente l’immagine dell’unione di Dio nel suo mistero trinitario del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. In tale unione, l’uomo e la donna crescono nella statura dell’amore fino a meritare il nuovo e definitivo salto nell’immortalità , con la risurrezione trasfigurante dei corpi.
Dio vi benedica!
Gabriele Nanni