Commenti Vangelo » La sapienza si misura con le opere – Commento al vangelo Don Gabriele Nanni – 10.12.2021

10 dicembre 2021

La Sapienza si misura con le opere Mt 11,16-19

In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: È indemoniato. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie». Il rifiuto di Gesù e di Giovanni Battista testimoniava la volontà di non seguire le indicazioni del cielo e le opere compiute dalla potenza di Dio, per indicare, far comprendere e testificare la provenienza celeste del Messia. Il Battista era il profeta che vinceva il mondo e le sue seduzioni attraverso la penitenza e l’ascesi, egli indicava in Gesù, l’atteso di cui parlavano la Legge e i profeti. Giovanni non compì miracoli, ma la sua vita fu testimonianza del Cielo, della verità e della giustizia divina, nel mondo corrotto. La sua parola bruciante non indietreggiava davanti ai potenti e pagò con la vita l’audacia della Verità, quella di Dio: “Non ti è lecito, davanti a Dio tenere la moglie di tuo fratello…”. La sua eliminazione trovò il compiacimento dei sacerdoti, degli scribi e dei farisei: “Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente?” (Mt 3,7) diceva loro. Gesù era quello che il Battista annunciava costoro: “Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile.” (Mt 3, 10-12). Così lo stesso impeto di odio e rifiuto della verità per coprire la vita di menzogna e di peccato con l’ipocrisia, valse la persecuzione fino all’uccisione anche di Gesù. Le parole di tali uomini furono giustificazioni della loro malizia, accusare ingiustamente, giustificare in nome della Legge, trovare pretesti e inganni per far tacere la Parola di Dio come la Voce del Battista, furono il mezzo che poterono utilizzare. Parole umane, parole false, parole di ipocrisia, parole di menzogna, condivise con chi aveva qualcosa da salvaguardare, contro la verità. Il potere giustifica se stesso, sempre! Il potere umano è strumento di conservazione di sé e di eliminazione di chi è avversario della menzogna. Il potere che deve mantenersi usa tutti i mezzi, anche le parole di Dio, pur di trovare sostegno che sembri veritiero ai propositi di delitto. Ma se Battista fu parola bruciante, testimoniata dalla verità di vita, le Parole di Gesù furono testimoniate dalle opere di miracolo, di guarigione, di liberazione dal demonio, di prodigi divini, che ripresentavano quelli antichi dei padri in Egitto nel deserto. “Anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre” (Gv 10, 38) aveva avvisato Gesù. La Sapienza dunque sta nel valutare le parole conformi alle opere secondo giustizia, secondo verità, secondo Dio. Noi siamo immersi nelle parole, che scorrono veloci e che durano poche ore, parole che creano fasci che orientano, in realtà, in modo costante e spesso unidirezionale le menti e i cuori, siamo in balia di parole che non possiamo più controllare, parole dette e smentite immediatamente, non c’è solidità nell’informazione, diventata disinformazione e disorientamento. La parola di Dio stessa è messa indubbio, minimalizzata, non creduta, neppure dagli stessi banditori del vangelo. Poca fede, trapela quando essa è interpretata solo per estrarne un succo, un concetto generico, come di un buon senso umano, che non vale però a giustificare la fede nella Chiesa, come istituzione voluta da Cristo. Infatti dove il vangelo non è creduto, contestualizzato per limitarne il senso e la portata, dove sono negate le opere di Gesù, considerate favole per una comunità primitiva, priva di giudizio e di capacità critica, negati i miracoli, negati gli esorcismi, da sostituire con la scienza, in quanto testimoni di una credenza imbarazzante, là la fede crolla, perché la sostituzione del buon senso umano alla Verità del vangelo appiattisce quello che è spirituale, rinchiude nell’orizzonte umano, banalizza le realtà ultime, il giudizio di Dio, la risurrezione: una buona filosofia accettabile da chiunque si può fabbricare senza scomodare Dio. Ma le opere della Sapienza, quelle compiute da Gesù e poi dai suoi Santi sono incontrovertibili. Le opere di Dio attraverso il Figlio Gesù rimangono in eterno e saranno il giudizio delle stoltezza umana.

Dio vi benedica!

Gabriele Nanni

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