3 aprile 2022
Il potere di rimettere i peccati
Gv 8,1-11
Gesù viene messo alla prova, si vuole prenderlo in contraddizione con la Legge di Mosè. Egli perdona i peccati delle persone, lo fa anche pubblicamente, non chiede a Dio di farlo, ma dice: “I tuoi peccati ti sono perdonati!”. Così facendo agisce con autorità, da lui proviene la fonte del giudizio: il perdono o la condanna. Ai Farisei dice: Se non vi convertirete, morirete nei vostro peccati!”. Mentre battezza sul Giordano fa quello che fa il Battista, ma dona anche il perdono dei peccati, egli era stato indicato da Giovanni come L’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo e la voce dall’Alto aveva confermato che egli era il Figlio in cui aveva posto il suo compiacimento e l’ordine era di ascoltarlo. Perciò il potere di togliere i peccati gli era stato dato dal Padre, con un sigillo dall’alto sulle parole del profeta Giovanni. Gesù stesso afferma chiaramente che il Padre non giudica perché aveva rimesso il giudizio nelle mani del Figlio dell’Uomo. Il potere di giudicare dunque è del Padre che per proprio decreto rimette al Figlio fatto Uomo, poiché egli è il Redentore, colui che porta su di sé i peccati di tutta l’umanità, li porta e li purifica espiandoli sulla croce e quindi diventa Colui a cui noio tutti siamo debitori se vogliamo essere salvati. Cristo è colui che ha distrutto il documento che ci era sfavorevole, ha comprato i nostri debiti e usa misericordia con chi chiede di essere salvato, chi lo desidera, ma chi finalmente riconosce che la sua Umanità sacerdotale è per l’espiazione dei peccati. Inginocchiarsi davanti Gesù e chiedere perdono è l’unico modo, l’unica Via per essere salvati ed entrare nella Vita eterna. La salvezza dunque è legata al perdono dei peccati, il quale necessita del pentimento, del rigetto totale e definitivo: “Va e non peccare più!” dice Gesù alla donna, ed al paralitico da trentotto anni: “Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio.” (Gv 5,14). L’opera di salvezza del Padre per mezzo del Figlio fatto uomo di redenzione dell’umanità è quello che nell’intenzione degli avversari di Gesù doveva essere trasformata in accusa: “Ti fai Dio! Con quale autorità fai queste cose? Guarisci in giorno di Sabato…”. Inoltre l’azione del Giudizio era esercitata da Gesù in modo singolare: egli perdonava, sempre a chi era pentito, ai suoi aveva insegnato di perdonare sempre, fino a sette volte sette, perché la misericordia associata al pentimento faceva scaturire il perdono, la salvezza, la riammissione tra i Figli di Dio, l’eredità del Regno, la vita eterna. Gesù non condanna mai quando c’è richiesta di perdono, mentre lascia al proprio destino chi non lo accoglie, chi lo rifiuta come Via del Padre chi non desiste ostinatamente dal peccato e sapendo cosa sta rifiutando: il perdono di Dio al prezzo della conversione. Perciò Gesù dice: “Non crediate che sia io ad accusarvi davanti al Padre; c’è già chi vi accusa, Mosè, nel quale avete riposto la vostra speranza. Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me; perché di me egli ha scritto.” (Gv 5,45-46). La speranza falsa era quella che la semplice conoscenza della Legge bastasse per essere salvi, mentre è quello che nessun uomo può fare: darsi da sé il perdono dei propri peccati, auto assolversi, auto guarirsi, auto santificarsi. Siamo chiamati ad esercitare il perdono di chi pecca contro di noi, ma non a giudicare: poiché se ci facciamo giudici del fratello, saremo giudicati con lo stesso metro per i nostri peccati. Gesù scrive per terra davanti alla donna ed i suoi accusatori e giudici: scrive forse i loro peccati: ognuno trova e vede il propri, se ne vanno; ma non restano davanti a lui: non chiedono perdono. La donna rimane, comprende che davanti a lei c’è la Potenza di Dio, attende il giudizio, ma intravede la misericordia perché il Signore aveva messo tutti sullo stesso piano, lei e i suoi accusatori: la sostanza del peccato permea tutti, tutti abbiamo bisogno del perdono di Dio e Gesù lo concede: “Non ti condanno. Va e non peccare più!”.
Dio vi benedica!
Gabriele Nanni