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Per il bene dell’uomo – Commento al vangelo di don Gabriele Nanni – 21.1.2020 -Mc 2,23-28
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21 gennaio 2020
S. Agnese martire
PER IL BENE DELL’UOMO
Dal vangelo secondo Marco (Mc 2,23-28)
In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe.
I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatà r, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!».
E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».
Per il bene dell’uomo Dio istituì il settimo giorno, per il suo riposo, fondato su un ritmo settenario che trova origine nella stessa azione creatrice di Dio, quando fece il cielo e la terra, e poi l’uomo; ed egli ad imitazione di Dio fu chiamato all’opera per raggiungere una meta superiore.
Nel ritmo settenario dei giorni, nella ciclicità della settimana, si afferma in modo liturgico l’opera di crescita e santificazione della creatura umana per giungere alla meta della vita eterna.
La dimensione dell’eternità è la perfezione dell’uomo che viene raggiunta con la sinergia della Grazia e della fatica individuale umana; il riposo eterno è anticipato e significato dal settimo giorno, che noi celebriamo con lo spostamento alla Domenica, memoriale della Pasqua del Signore e sua risurrezione. Essa è il compimento della vita, il perfezionamento, il giorno in cui il Signore è finalmente raggiunto dall’uomo, reso simile all’Eterno e quindi degno di entrare nella sua eternità .
Il riduzionismo ebraico, ai tempi di Gesù, è tanto estraneo quanto opposto al bene dell’uomo. Il sabato era stato trasformato in giorno di paralisi del bene dell’uomo. Se il comandamento indicava di dedicare quel giorno a Dio e quindi di non lavorare, questo era per insegnare che il lavoro sulla terra era finalizzato alla vita terrena, e la vita sulla terra alla vita eterna.
La pausa settimanale era e rimane per un richiamo a Dio e per ricordare che viviamo per la vita eterna. In pratica il sabato era stato ridotto a una serie lunga di divieti formali, salvo interromperlo in modo astuto per continuare a fare affari e non avere giorni di perdite nel guadagno. Di contro veniva sanzionato ogni movimento perché considerato un lavoro, come ad esempio percorrere un cammino superando un certo numero di passi.
Gesù in modo insistente rompe il sabato per il bene dell’uomo, compiendo guarigioni proprio il quel giorno. Questo non rientrava nelle eccezioni, ma nella sua consuetudine, per mostrare la vera natura del sabato.
Se il fine dell’uomo è la glorificazione di Dio e questa consiste nell’uomo vivente, Gesù operava miracoli di guarigione in giorno di sabato perché riportava in vita le anime e i corpi degli uomini.
Nel caso delle spighe strappate per saziarsi, assimilato al caso di Davide, che prese i pani dell’altare, Gesù insegna che Dio sta al primo posto, ma il sabato è in funzione del raggiungimento di Dio da parte dell’uomo e della discesa della grazia di Dio per l’uomo.
Anche qui non si tratta di eccezione, quanto dello spirito della Legge che è per l’uomo, anche quando proibisce. Il divieto di mangiare i pani consacrati è per costituire la differenza tra sacro e profano, ma questo serve a celebrare l’azione di grazia di Dio che nutre, fa vivere l’uomo con la sua potenza: Dio non chiede di morire di fame per affermare la sua proprietà sui pani.
Il nostro tempo, invece, disconosce il giorno del Signore, la Domenica è il giorno per l’uomo, ma senza Dio. Lo snaturamento dalla Legge è tornato in senso opposto. Gli uomini si prendono tutto. La terra, il cielo, il tempo, la vita: tutto è dell’uomo e niente è di Dio, soprattutto l’uomo senza Dio non ha il fine della vita eterna, per cui la Domenica non è il segno dell’incontro con il Signore per entrare nell’eternità , ma il tempo per sé, qui ed ora senza futuro spirituale.
Come accade per il Natale nel mondo, giorno di festa per la nascita di Nessuno, così la Domenica è il giorno istituito da Dio, ma trasformato in giorno per l’uomo senza il suo Creatore. La finalità della risurrezione e della vita dello Spirito è negata per affermare la piatta vita materiale sospirando un riposo che tale non è, se non riempimento di attività , di lucro e divertimento.
Il giorno del riposo è per l’uomo se l’uomo rispetta la finalità voluta da Dio, altrimenti è inganno. La Domenica è celebrazione della vittoria sulla morte di Gesù Cristo, il primogenito di coloro che risorgono dai morti, e quindi anche per noi, se ci nutriamo del suo pane di vita eterna e facciamo quel che ci