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Ignoranza e misericordia – Commento al vangelo di don Gabriele Nanni -29.1.2020 – Mc 4,1-20
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29 gennaio 2020
IGNORANZA E MISERICORDIA
Dal vangelo secondo Marco (Mc 4,1-20)
“[Gesù] diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato».”.
Se pensiamo che il vangelo di Gesù sia espresso con parabole per insegnare in modo semplice a persone di poca cultura o ai bambini, allora abbiamo un’idea dell’oggetto di fede, cioè la Rivelazione, veramente sbagliata. Il cristianesimo non è una serie di cose banali da fare, che chiunque può comprendere, tanto da sembrare che non ci sia bisogno di un Dio che si fa uomo per venire a salvarci. In realtà il messaggio di Gesù è costituito da indicazioni di misteri operanti. Il mistero sta nell’incontro tra Dio e l’uomo, all’interno dell’uomo e fuori dall’uomo.
Si tratta di capire e accettare che il Dio creatore non lascia la sua creatura, ma la sostiene e la guida da dentro, dal profondo dell’anima, ma al tempo stesso anche da fuori per interagire con l’azione interna. Proprio perché l’uomo è chiamato ad interagire, la sua parte cosciente, la sua intelligenza deve comprendere Dio dalle sue opere da fuori per dare ragione delle spinte interiori, che provengono dal profondo dell’anima. La mediazione della mente è essenziale, poiché l’uomo è creato, salvato ed elevato attraverso la collaborazione con Dio, perciò San Paolo esorta a convertirci nelle nostre menti:
“Vi dico dunque e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani con i loro vani pensieri, Ma voi non così avete imparato a conoscere il Cristo, se davvero gli avete dato ascolto e se in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, ad abbandonare, con la sua condotta di prima, l’uomo vecchio che si corrompe seguendo le passioni ingannevoli, a rinnovarvi nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità.” (Ef 4, 17. 20-24).
Per ciò la parabola non è una esemplificazione per rendere comprensibile la Parola, ma il contrario: essa rivela e nasconde, con una sapienza intrinseca, rivolgendosi a soggetti differenti nella qualità del loro stato spirituale, quindi intellettivo secondo lo spirito.
Il seme seminato in terreni diversi, rappresenta l’unica Parola che trova accoglienze differenziate a seconda delle capacità e della preparazione spirituale di chi ascolta.
La parte preparatoria, quella della conversione, del rientrare in se stessi, della penitenza, della comprensione delle proprie responsabilità davanti a Dio ed agli uomini, è compito di ciascuno. Nessun altro può sostituirsi ad altri, né è possibile saltare qualche passaggio. Come un organismo vivente dobbiamo crescere, purificarci, cambiare, aprirci, e cooperare con la grazia di Dio. Per ciascuno di noi il cammino è personale, poiché sono molti gli elementi favorenti o impedienti che costituiscono lo stato della persona.
Le parabole mettono un seme, un fermento spirituale, che la nostra mente spirituale deve cogliere, per come può, a seconda della disponibilità del terreno. Gesù racchiude in parabola il suo fermento, con una sapienza divina, per cui chi non ha orecchi per intendere rimane senza conoscere i misteri del Regno e non gli verrà chiesta la responsabilità piena della coscienza: a chi più è stato dato più sarà richiesto, per cui l’ignoranza, per l’indisponibilità del cuore, per la durezza e lentezza a comprendere e ad accettare la Parola di Gesù, viene trattata con misericordia e verrà perdonata. Si realizza la grande supplica di Gesù che muore sulla croce: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno.” (Lc 23,34).
La parola di Gesù, anche in forma di parabola, accende un desiderio, anche lontano, seguendo il quale possiamo salire alla conoscenza progressiva dei misteri di Gesù, per illuminazione dello Spirito Santo, a patto però che il sapere sia condivisione piena con l’azione di Gesù: fare quello che egli fece, essere unito alla sua vita di Redentore, è la sola via per penetrare nella conoscenza del suo Cuore, e condividere la stessa passione per salvare le anime. Chi più comprende più soffre, chi più soffre in Cristo più sale, e più sale, più contribuisce alla salvezza delle anime le più perdute, le più ignoranti. Questa è la misericordia di Dio.
Dio vi benedica!
Gabriele Nanni