Comunicazione divina, Fede Fiducia, Parola La-, Spirito
La voce del Dio vivente -Commento al vangelo di don Gabriele Nanni – 17.1.2020 – Eb 3, 7-14
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17 gennaio 2020
S. Antonio abate
LA VOCE DEL DIO VIVENTE
Dalla lettera agli Ebrei (Eb 3, 7-14)
Fratelli, come dice lo Spirito Santo:
«Oggi, se udite la sua voce,
non indurite i vostri cuori
come nel giorno della ribellione,
il giorno della tentazione nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri mettendomi alla prova,
pur avendo visto per quarant’anni le mie opere.
Perciò mi disgustai di quella generazione
e dissi: hanno sempre il cuore sviato.
Non hanno conosciuto le mie vie.
Così ho giurato nella mia ira:
non entreranno nel mio riposo».
Badate, fratelli, che non si trovi in nessuno di voi un cuore perverso e senza fede che si allontani dal Dio vivente. Esortatevi piuttosto a vicenda ogni giorno, finché dura questo oggi, perché nessuno di voi si ostini, sedotto dal peccato. Siamo infatti diventati partecipi di Cristo, a condizione di mantenere salda sino alla fine la fiducia che abbiamo avuto fin dall’inizio.
L’autore della Lettera agli Ebrei, che la tradizione attribuisce a San Paolo, esorta alla fede nello Spirito Santo che si manifesta nell’oggi come Dio vivente.
L’espressione è molto densa di significati, e parte essenzialmente dalla fede nello Spirito di Dio che si manifesta in quanto noi siamo parte di Cristo.
Esso è vivificante e introduce alla comprensione dell’azione di Dio e della sua guida verso la salvezza in molti modi: il primo è la memoria delle Scritture. San Paolo le riferisce direttamente allo Spirito Santo, il quale agì sull’autore materiale, che scrisse il Salmo 95, che cita. Così la lettura spirituale dei Testi sacri non è un’astrazione dal contesto, ma una peculiare applicazione al momento in cui viviamo facendo della storia del popolo di Dio un ammaestramento che non si esaurisce con il fatto storico.
Dunque, dice lo Spirito Santo a noi oggi di non dimenticare le grandi opere di Dio per non intraprendere un cammino contrario a quello indicato da Dio. Il cuore perverso, infatti è quello che decide di incamminarsi per la via sbagliata, non volendo seguire le indicazioni di Dio.
In tal modo ci si allontana dal Dio vivente, cioè dal suo cuore vicino al nostro. Più noi ci allontaniamo da Dio e più perdiamo il suo senso, la sua vicinanza; la conoscenza di Dio è fatta in concreto di amore per i suoi comandamenti, conoscere Dio non è solo assistere alle sue opere, ma saperle amare e perciò comprendere nel profondo.
Conoscere Dio è essenzialmente amare la sua Legge che ci conduce ad una meta. Il buon comportamento, frutto di un cuore retto, di una persona giusta, conduce gli ebrei nel deserto alla terra promessa, quale figura, per noi, della vita eterna.
Il secondo modo è la guida dello Spirito in noi. Conoscere la Scrittura, cioè amarla, è seguire lo Spirito Santo che ci parla oggi. Siamo invitati a leggere i fatti della nostra vita alla luce dello Spirito Santo, mantenendo fiducia nel Dio, che si è rivelato e che ora vive in noi per opera di Gesù Cristo. Possediamo dunque lo Spirito a patto di conservarlo con fede. Essa è un atto di fiducia concreta nella vita divina in noi, la quale si esprime come luce che illumina il nostro cuore.
In altre parole, le nostre scelte quotidiane devono essere conformi allo Spirito Santo il quale parla in noi, ma il discernimento è corroborato sempre dal confronto con la Parola della Scrittura. Sono una sola fonte: lo Spirito Santo ispirò la Scrittura ed ispira noi. Noi siamo guidati dalla Scrittura che riconosciamo per mezzo dello Spirito.
Noi non abbiamo le stesse prerogative degli autori ispirati, poiché la loro fu una missione particolare, per l’umanità , ma siamo chiamati a conoscere la Scrittura che diventa vivente in noi, perché lo Spirito di Dio abita in noi.
La Legge o Scrittura diventa lettera morta se non abbiamo lo Spirito, e può essere usata per la morte, come accadde con Gesù condannato in nome della Legge di Dio, interpretata in modo perverso, cioè senza Spirito, con un cuore indurito, a causa delle vie perverse, ovvero non quelle di Dio.
L’oggi, di cui parla San Paolo, è il tempo della nostra vita sulla terra, un tempo di prova e di oscurità , nella quale però abbondano le grazie di Dio. La conduzione nella fede è la via che ci è chiesta, Gesù dice: “Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me.” (Gv 14,1). Questa fede è fiducia riposta in Gesù, che è perfezione della Rivelazione del Padre per noi, ma che non ci esime dal percorrere la via sulla terra, fatta di combattimento con tutte le forze contrarie, quelle del demonio che forma lo spirito del mondo e muove gli uomini che non si lasciano guidare dallo Spirito di Dio.
Anche noi possiamo essere sedotti, uniformati allo spirito mondano, anche noi che abbiamo conosciuto la fede, possiamo essere oscurati.
Perciò la grande prova è tener salda la fiducia nella Parola di Dio, quando il mondo, oggi, grida il contrario. La prova della fed