Commenti Vangelo » Lo Spirito, l’acqua e il sangue – Commento al vangelo di don Gabriele Nanni – 11.1.2020 -1 Gv 5, 5-1
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https://www.spreaker.com/user/11389973/11-gennaio-2020-audio-11-01-20-05-29

11 gennaio 2020

LO SPIRITO, L’ACQUA E IL SANGUE

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (1 Gv 5, 5-13)
Carissimi, chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l’acqua soltanto, ma con l’acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità. Poiché tre sono quelli che danno testimonianza: lo Spirito, l’acqua e il sangue, e questi tre sono concordi.
Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è superiore: e questa è la testimonianza di Dio, che egli ha dato riguardo al proprio Figlio. Chi crede nel Figlio di Dio, ha questa testimonianza in sé. Chi non crede a Dio, fa di lui un bugiardo, perché non crede alla testimonianza che Dio ha dato riguardo al proprio Figlio. E la testimonianza è questa: Dio ci ha donato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio. Chi ha il Figlio, ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita.
Questo vi ho scritto perché sappiate che possedete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio.

La fede in Gesù, dice l’apostolo evangelista, è quella che comunica la vita stessa di Cristo in chi crede: si tratta della vita eterna, quella dello Spirito di Dio che inonda l’essere del credente fin da ora, durante la vita mortale, per perfezionarsi con il grande salto nel Regno di Dio.
L’urgenza di Giovanni è proprio questa, di rivelare che la vita, che i credenti ricevono e di cui fanno inequivocabilmente esperienza, è vita di Cristo che egli dona a noi, che crediamo.
In altre parole, è come se ci dicesse che la vita dello Spirito, quella eterna che non muore perché non ha origine terrena, proviene veramente da Cristo. Noi abbiamo Cristo in noi, egli vive in noi, e così ci trasmette la vita del Padre.
Giovanni afferma che Gesù Cristo ha la testimonianza di tre elementi: lo Spirito, l’acqua e il sangue e lo Spirito non mente perché è lo Spirito di verità.
Ora, sulla base della legge ebraica per cui la veritĂ  deve essere dimostrata da due o tre testimoni, Giovanni afferma che essi sono lo Spirito, il sangue e l’acqua. Lo Spirito si era manifestato durante il battesimo di GesĂą e sappiamo che la sua testimonianza fu fin da quel momento udita da tutti i presenti; non possiamo però dire che il sangue e l’acqua siano persone, ma elementi materiali come prova di un fatto. La persona è lo stesso GesĂą Cristo che agì con l’acqua, ricevendo il battesimo da Giovanni e con esso la testimonianza dello Spirito e del Padre che si rivelarono in quel contesto: “Giovanni [Battista] rese testimonianza dicendo: «Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio».” (Gv 1, 32-34).
L’evangelista Giovanni richiama fortemente la testimonianza del Battista sulla manifestazione dello Spirito Santo riguardo al Cristo, battezzatore nello Spirito Santo e dunque Figlio di Dio.
Ma Giovanni comprende profondamente e vuole insegnare che il battesimo nello Spirito è testimoniato oltre che dall’acqua anche dal sangue, poiché ogni espiazione deve avvenire con il suggello del sangue (Cf Lv 17,11), cosa che Gesù compì con la sua passione fino alla croce. La forza dell’acqua, il gesto materiale, la parte visibile, sacramentale, trae la sua forza dal sangue versato, quello stesso del testatore, cioè il Cristo.
Il centro della volontà dell’amore che salva, il cuore, che fisicamente rappresenta l’anima e lo spirito del Cristo, si squarciò per infarto, il dolore spaccò il cuore del Redentore, il velo del tempio si squarciò in due, il divisorio tra la presenza divina e il sacerdote si aprì per far passare l’eterno sacerdote per sempre al cospetto del Padre. Questo avvenne sotto gli occhi di Giovanni: “Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.” (Gv 19, 33-35).
Giovanni fu testimone oculare della morte di Gesù, egli diede grande importanza a questa sua prerogativa per essere considerato testimone veritiero dei fatti in funzione della fede di chi lo ascoltava. Quell’acqua sacramentale del battesimo proveniva dal suo cuore, il suo sangue pagava il pegno della redenzione. L’umanità di Cristo e la sua divintà, in un unico volere, donarono la vita mediante l’offerta del sangue ed acqua fuoriusciti insieme dal cuore squarciato: la via al cielo era stata aperta.
Dio vi benedica!

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