Commenti Vangelo » Gesù Sommo Sacerdote – Commento al Vangelo – 23.1.2021 – Eb 9,2-3.11-14 (creato con Spreaker)
Fonte:
https://www.spreaker.com/user/11389973/23-gennaio-2021-audio-23-01-21-09

Dalla lettera agli Ebrei (Eb 9,2-3.11-14)

Fratelli, fu costruita una tenda, la prima, nella quale vi erano il candelabro, la tavola e i pani dell’offerta; essa veniva chiamata il Santo. Dietro il secondo velo, poi, c’era la tenda chiamata Santo dei Santi.
Cristo, invece, è venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano d’uomo, cioè non appartenente a questa creazione. Egli entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna.
Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo – il quale, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio – purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente?

Il paragone tra il culto antico e quello nuovo, instaurato da Cristo, offre la certezza della continuità e della novità prevista dalle profezie.
Gesù è il Messia atteso e le sue opere ed insegnamenti, tutta la sua vita e morte è conforme alle profezie. La novità che apporta deve essere considerata come già contenuta nelle promesse, cosicché il nuovo non contraddice il vecchio, ma lo supera, lo compie portandolo alla perfezione necessaria dopo uno sviluppo lungo fino alla pienezza dei tempi.
Il popolo di Dio iniziato con Abramo e costituito come nazione per mezzo di Mosè, ha percorso un cammino di ammaestramento sotto la pedagogia divina. La fedeltà alle promesse di Dio fa comprendere la pienezza attraverso i segni che la prefigurano e gettano luce sul futuro, ma non compiono.
Così l’immagine della tenda del convegno, il luogo di incontro tra Dio e Mosè, costruita secondo indicazioni divine precise, viene mantenuta anche quando con Davide e Salomone si provvede alla costruzione del Tempio. Al suo interno c’è un vuoto, nessuna immagine, ma solo ciò che Dio ha espresso come sua volontà: l’arca dell’Alleanza con le tavole della Legge e la Manna, che prefigurano la Parola e l’Eucaristia.
L’Arca Santa era il segno della presenza di Dio che si manifestava su di essa e attraverso essa come potenza invincibile contro i nemici di Israele.
La presenza di Dio era pertanto garantita dalla sua volontà di manifestarsi in un luogo vuoto, riservato a lui per incontrarsi con il rappresentante del suo popolo.
Tale luogo nel tempio era costituito da un atrio e da un sancta sanctorum, un luogo proibito separato da un velo, alto e spesso, che costituiva la divisione tra sacro e profano, luogo deputato solo alla presenza di Dio ed alla sua manifestazione.
Gesù afferma di se stesso di essere il vero tempio di Dio.
Il luogo della presenza e manifestazione, la realizzazione perfetta anticipata dalla Tenda del Convegno, dell’Arca Santa era il segno del corpo dell’Uomo diventato dimora di Dio. In Gesù l’umano ed il divino sono associati, egli è il luogo della manifestazione di Dio Padre e compie in modo perfetto l’azione sacerdotale, solo prefigurata dal sommo sacerdote, che una volta all’anno entrava nel tempio, invocando il Nome dell’Altissimo.
In Gesù le Tavole della Legge vivono, poiché egli è la Via, ovvero la Legge, in lui l’incontro con il Padre è sempre perfetto e costante, poiché egli è nel Padre ed il Padre è in lui. Egli è il Sacerdote perfetto, perché senza macchia entra nel Tempio al cospetto di Dio, oltrepassando la cortina della tenda non fatta da mani d’uomo, cioè per entrare nei Cieli di Dio, dove nessun uomo è mai entrato.
Gesù, vero Sommo Sacerdote, entra con il sangue propiziatorio non di un animale, ma con il proprio, ed offe il sacrificio espiatorio, unico gradito a Dio, e per il quale gli antichi sacrifici furono esauditi: in vista del sacrificio di Cristo, Israele aveva ottenuto grazia, nel segno del sacrificio degli animali.
Il Cristo oltrepassa quella tenda che è il mondo creato e visibile e si presenta al cospetto del Padre per chiedere perdono per l’umanità. Egli è reso Sacerdote dal Padre, è l’unico ed intramontabile, poiché vi è entrato con la sua morte sacrificale ed è risorto per sempre.
Nessuno, dunque, che non sia il Cristo può presentarsi a Dio, ma con il dono del suo Spirito ogni fedele è associato a Cristo, è in lui quando è davanti al Padre, la preghiera del fedele è unita a quella del Cristo e con lui dice: “Padre nostro”.
I peccati sono purificati da Cristo e il peccatore è rivestito ora della stessa gloria del Cristo. Perciò la preghiera del fedele può pronunciare il Padre Nostro; perciò Gesù dice “Io sono la Porta e la Via”; perciò chiede che i suoi siano uno con il Padre come egli lo è. Questa unione con Gesù permette il perdono, la preghiera e l’esaudimento, p

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