Commenti Vangelo » Occhi per vedere – Commento al vangelo – 1.12.2020 – Lc 10,21-24 (creato con Spreaker)
Fonte:
https://www.spreaker.com/user/11389973/1-dicembre-2020-audio-01-12-20-06-36

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,21-24)

In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

Gesù esulta nello Spirito perché si compie quello per cui il Padre lo ha mandato sulla terra.
L’esultare nel proprio spirito è una esperienza di consonanza con lo Spirito Santo che accade improvvisa, quando si coglie e si vive quello che è la volontà di Dio in un momento specifico: si squarcia d’un tratto il cielo e per un tempo sia pur breve l’anima è presa dal Cielo di Dio, perché la gioia e l’esultare è proprio di chi condivide la volontà di Dio e la vede nel suo compiersi.
Gesù aveva inviato i Settantadue discepoli per preparare l’incontro con lui in città e villaggi.
Egli prevede la risposta degli uomini, l’accoglienza o il rifiuto del vangelo; dà istruzioni ai suoi al riguardo parlando dell’importanza del loro incarico: essi sono portatori del Cristo stesso, per cui l’ascolto o il rifiuto della loro parola equivale a rigettare il Messia, a rifiutare la salvezza.
Nonostante la messe sia molta e la raccomandazione sia quella di pregare per la concessione gli operai, Gesù prevede il rifiuto e vede la conseguenza per la durezza di cuore ed il peccato: come accadde per Sodoma e Gomorra, così sarà per Corazin, Betsaida e Cafarnao.
I discepoli tornando sono entusiasti per il fatto, che anche i demoni si sottomettono nel nome di Gesù, la potenza di Dio si è riversata su di loro. Gesù però invita a non farsi inebriare dal successo che rischia di essere scambiato per potenza personale. La contentezza deve essere per il destino di eternità che lo aspetta, per quello che stanno facendo e non per la potenza che si ritrovano.
Gesù dunque vedendo le schiere di credenti a fronte di coloro che rifiutano, viene come rapito nello Spirito, ed esulta contemplando la salvezza che finalmente tocca tante anime, quella messe numerosa, nonostante il rifiuto di tanti, di intere città.
La chiave del mistero della salvezza sta nella volontà del Padre, il quale ha decretato che la condizione per accedere è la disposizione spirituale profonda dell’umiltà e della piccolezza.
Dio rifiuta la presunzione e l’arroganza, la potenza personale basata sull’intelligenza e sulla sapienza umana, che è contraria a Dio perché si erge in autonomia contro di lui, come se i dono intellettuali ed il sapere non provenissero da Dio.
Così Gesù avverte i suoi di non ritenersi grandi per gli esorcismi, poiché è un potere dato da lui e che essi non possiedono. Similmente agiscono coloro, che senza avere carismi straordinari trattano come propri i doni di Dio: capacità, beni, disposizioni favorevoli e così via.
Ecco dunque il decreto di Dio che stabilisce che i piccoli e non i sapienti sono ammessi a conoscerlo, attraverso la Parola e l’opera del Figlio.
Gesù esulta perché la strada del Cielo è aperta per tanti che sono in consonanza con lo Spirito del Padre, nell’umiltà e la piccolezza, nella docilità e nella sottomissione a lui, con abbandono fiducioso.
Tutto questo, che proviene dal Padre, è proprio del Figlio Gesù. Per cui, gli occhi che lo vedono e lo seguono in realtà vedono con lo spirito quello che ai profeti fu indicato da lontano ma non lo poterono vedere. Il Cristo si vede e si riconosce, se gli occhi sono aperti dal Padre in virtù dell’umiltà, invece la superbia non può riconoscere Gesù ed Cielo rimane chiuso.

Dio vi benedica!
Gabriele Nanni

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