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Attendiamo lo Sposo! – Commento al vangelo – 19.2.2021 – Mt 9,14-15 (creato con Spreaker)
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19 febbraio 2021
ATTENDIAMO LO SPOSO!
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,14-15)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».
L’esperienza dei discepoli di Gesù fu unica rispetto a quella di tutti gli altri credenti fino ad ora e nel tempo a venire: infatti essi vissero con Gesù che fisicamente stava con loro, mangiava con loro, parlava ed in segnava alla loro presenza. Essi lo videro risorto ed ancora salire al Cielo. I profeti desiderarono vedere ed udire quello che i discepoli videro ed udirono, ma non poterono. A nessuno altro fu dato tale privilegio. Anche i nemici videro ed udirono, ma lo uccisero.
Per costoro era il nemico, perché vittorioso sul peccato, che non volevano abbandonare, era nemico della loro menzogna ed ipocrisia, era nemico del dominio sugli uomini loro sudditi e servi.
Per tutti poteva essere la Voce di Dio fatta uomo, per chiamare e guidare al Cielo, ma solo chi ebbe fede lo poteva seguire, era la Via che consentiva l’ingresso nella Vita divina, era lo Sposo dell’anima, che chiedeva reciproca donazione e fedeltà , per una comunione di volere di intenti, di bene da spargere nel mondo creato e da salvare, ricreato per mezzo dello Spirito.
Tale potere era condiviso da Gesù, il Cristo, lo Sposo divino, con i suoi fedeli, ai quali diede il potere che egli aveva, in forza della comunione realizzata dal suo Spirito nelle anime, che lo riconoscevano e lo desideravano. A quella generazione di discepoli fu data l’unica e irripetibile occasione di vivere con lo Sposo sulla terra, di essere vicino come nessun altro.
Non poteva essere tempo di digiuno e di penitenza, perché era la festa dei cuori, l’unione perfetta col Dio, la comunione piena con il Figlio e con il Padre mediante lo Spirito.
Ma coloro che non credevano, che erano nemici o che non capivano con la fede chi fosse Gesù, rimanevano fuori da tanta grazia ed attendevano ancora la venuta del Messia, dello Sposo, senza riconoscere chi avessero di fronte.
Ecco, dunque, per i duri di cuore, un monito ed una grazia al tempo stesso: cioè la rivelazione di Gesù sulla propria natura divina, per mezzo di un’immagine, che i profeti avevano donato da secoli, quella dell’unione di Dio con il suo Popolo come lo Sposo con la sposa.
Quello che rimase unico per quella generazione però, non impedisce ai fedeli di ogni tempo di essere uniti a Gesù-Sposo. Infatti, il non poter vedere Gesù come lo videro in Palestina durante la vita terrena non toglie il dono di Gesù per chiunque crede in lui: quello di avere il dono della vita divina nell’anima, l’unione mediante lo Spirito Santo con lui.
Egli promette infatti di essere con noi sempre fino alla fine del mondo, ha proclamato beati quelli che credono senza vederlo, coloro che nella fede, con gli occhi dello Spirito, vedono la sua grazia trasformare la propria vita, sentire la sua vitalità e la sua voce, fatta di suggerimenti ed impulsi al Bene, fatta di forza di amore verso tutti, anche verso i nemici, poiché lo stesso Spirito dello Sposo è donato a chi crede in Gesù Sposo, e vive in unione profonda con lui nella valle di questo mondo fatto di oscurità per l’assenza di Dio, perché rifiutato dagli uomini.
Gesù, dunque, è presente nei cuori e li vivifica, li nutre mediante l’Eucaristia, il suo corpo presente nel Maggiore dei Sacramenti, è presente nella storia sofferta e terribile dell’umanità che lotta per la Verità e la Vita eterna, continuando la stessa passione di Gesù nella propria carne.
Noi siamo come distanti fisicamente dallo Sposo e non lo contempliamo se non con la fede, ma lo vedremo quando saremo tornati finalmente a casa, ed entreremo nella festa di nozze, dove i nemici non potranno più toglierci lo Sposo, perché saranno privati per sempre della possibilità di nuocere a lui attraverso noi, che siamo già parte di lui.
Ora noi col corpo digiuniamo in attesa di raggiungere lo Sposo, poiché ci è stato sottratto con la morte, ma egli ci ha raggiunto con il suo Spirito dopo la risurrezione. Noi siamo in attesa della ricongiunzione perfetta con lo Sposo ed allora facciamo penitenza, per non essere presi nei lacci di morte del mondo e per supplicare il perdono per coloro che non vedono, non amano e non desiderano il Dio con noi.
Che il tempo di Quaresima ci sia dunque propizio, per i nostri santi propositi di salvezza del mondo che non crede.
Dio vi benedica!
Gabriele Nanni