Commenti Vangelo » Diluvio – Commento al vangelo – 16.2.2021- Gen 6,5-8; 7,1-5.10 (creato con Spreaker)
Fonte:
https://www.spreaker.com/user/11389973/16-febbraio-2021-audio-16-02-21-06

16 febbraio 2021

DILUVIO

Dal libro della Gènesi (Gen 6,5-8; 7,1-5.10)

Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre. E il Signore si pentì di aver fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. Il Signore disse: «Cancellerò dalla faccia della terra l’uomo che ho creato e, con l’uomo, anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito di averli fatti». Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore. Il Signore disse a Noè: «Entra nell’arca tu con tutta la tua famiglia, perché ti ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione. Di ogni animale puro prendine con te sette paia, il maschio e la sua femmina; degli animali che non sono puri un paio, il maschio e la sua femmina. Anche degli uccelli del cielo, sette paia, maschio e femmina, per conservarne in vita la razza su tutta la terra. Perché tra sette giorni farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti; cancellerò dalla terra ogni essere che ho fatto». Noè fece quanto il Signore gli aveva comandato. Dopo sette giorni, le acque del diluvio furono sopra la terra.

Il male nel cuore degli uomini era diffuso su tutta la terra. Nessuno era giusto davanti a Dio. Il comportamento era sempre malvagio: i cuori degli uomini non era altro che male, sempre.
La gravità della situazione, la diffusione su tutta la terra del male, la pressoché totale assenza di bene fece decidere Dio per la distruzione totale dell’umanità e degli animali.
Il creato era stato coinvolto nel male dagli uomini, in modo per noi misterioso, quella generazione aveva coinvolto la creazione con il male.
Solo Noè e la sua famiglia trovò grazia, essi vennero risparmiati per ricostituire una nuova umanità ed una diffusione di animali scelti nella qualità e nel numero per la ripopolazione. Una nuova tavola di popoli sorse dai figli di Noè.
La vita venne azzerata per ricominciare da un nucleo sano, spiritualmente fedele a Dio, capace di seguirlo per ricominciare il cammino dell’umanità verso la meta della trasformazione degli uomini in figli di Dio.
Il punto di arrivo della umanità ricostituita è Gesù di Nazareth, nato da Maria Vergine per opera dello Spirito Santo. Egli è Figlio di Dio, capostipite di una umanità nuova insieme a Maria.
Dalla nuova coppia nascono, in modo spirituale, gli uomini nuovi, i quali possono entrare nell’eternità come figli di Dio perché resi fratelli dal Cristo.
L’adozione mediante la fede in Gesù fa conseguire la purificazione completa del cuore, da ogni traccia e residuo di malvagità che gli uomini si trasmettono, perciò il diluvio fu preludio da lontano di un evento assai più radicale.
L’inondazione è ricordata nel mar Rosso con la morte degli egiziani. Il popolo di Dio fu graziato, non perché fossero migliori, ma perché seguirono Dio attraverso Mosè. Anche gli egiziani potevano essere scampati, ma la loro ostinazione li fece perire.
Il Battesimo nel Giordano ricorda lo stesso evento: la parte vecchia e peccaminosa deve essere immersa, seppellita dalle acque e una parte nuova deve riemergere purificata. Gesù è l’uomo che non ha peccato, ma che ha compiuto l’immersione nella morte per compiere, al posto dell’intera umanità, la distruzione dell’uomo vecchio. In lui siamo morti e in lui risorgeremo.
C’è una parte di noi che deve morire ed essa è, all’inizio, preponderante rispetto alla parte buona, che è quella seminata in noi dalla Parola di Gesù. Con la fede mediante il Battesimo siamo fatti corpo unico con lui, ma dobbiamo accettare la morte della nostra umanità.
La morte non è più imposta come al tempo del diluvio, ma è accolta come via di salvezza, nella fede.
Ora tutto quello che ci mortifica nel corpo e nelle intenzioni cattive, noi lo lasciamo agire: in tal modo moriamo al peccato e lasciamo che viva in noi la parte nuova che non è nostra, ma che ci è donata da Gesù. L’uomo nuovo vive in noi e da noi è accolto tanto più, quanto più siamo disposti a lasciar morire il vecchio.
Non ci sia dunque nemica la mortificazione, non sia allontanata da noi la morte, poiché queste cose fanno vivere in grande pienezza lo Spirito di Dio in noi. Cresce quello che il nostro ego non vorrebbe, cioè l’Amore di Dio. Questa vita che si manifesta e cresce in noi, ci sia di sprone ad accettare qualsiasi cosa, per diventare come Gesù, sua immagine, per risorgere a vita nuova, per sempre.

Dio vi benedica!
Gabriele Nanni

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