Commenti Vangelo » Uno solo è la guida: Gesù – Commento al vangelo – 2.3.2021 – Mt 23,1-1 (creato con Spreaker)
Fonte:
https://www.spreaker.com/user/11389973/2-marzo-2021-audio-02-03-21-08

2 marzo 2021

UNO SOLO È LA GUIDA: CRISTO

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 23,1-12)

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati rabbì dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare rabbì, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate padre nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare guide, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».

Gesù riscrive il profilo e la condotta dei capi della sua futura Chiesa, i futuri conduttori del suo popolo. La riscrive poiché vi è continuità e novità al tempo stesso. La conti unità sta nel fatto che egli è la realizzazione piena delle promesse del Padre cominciate con Abramo, prefigurate da Mosè, che ricevette da Dio la Legge e strutturò Israele come popolo con istituzioni e norme, per la condotta verso Dio, ed il suo culto e le norme di convivenza sociale, nonché di rapporto con le altre nazioni. Gesù non cambia queste Leggi, ma intende cambiare il cuore degli uomini, specialmente di coloro che saranno preposti sui seggi di responsabilità di reggenza del suo popolo.
Gli apostoli e i loro successori sono coloro a cui Gesù dirige queste parole, quali futuri capi, ma totalmente rinnovati nel cuore e dunque nell’agire.
Innanzi tutto, Gesù dice degli scribi e farisei che essi si sono seduti sulla cattedra di Mosè. Ciò a voler significare come un atto di usurpazione. Infatti, il loro calcolo e la loro ambizione li ha spinti a impadronirsi del seggio di comando, non fu vocazione divina. Dunque, uomini dal cuore impuro, mossi da ambizione ed interesse, di vanagloria umana e sete di potere e di denaro.
Così il popolo che avrebbero dovuto servire per condurlo sulle vie di Dio è invece sfruttato, schiacciato, umiliato e scandalizzato.
Proprio perché tali uomini non furono scelti da Dio, non tanto per il sapere sulla Legge e le Scritture, quanto per la responsabilità di comando, costoro non erano degni né in grado di svolgere l’incarico di guide, e ciò era evidente per i vizi che venivano alla luce.
La mancanza di conformità tra insegnamento e condotta di vita, la mancanza di amore per Dio e dunque per il prossimo li rendeva duri e nemici di Gesù, che era rivelazione piena della volontà del Padre, assoluta coerenza tra vita e dottrina, perfetta fedeltà e comprensione profonda delle Leggi di Mosè. Vita integra era quella di Gesù, che poteva dire a costoro: “ Chi mi convincerà di peccato?” ovvero “Chi mi può accusare di aver peccato?”.
Il futuro della Chiesa , il popolo di Dio, doveva trovare fratelli e non padri e maestri, in forza di un sapere materiale ma senza sapienza di vita. I futuri capi dovevano essere liberi da ogni ambizione, da ogni tentazione di essere seguiti in forza della propria sapienza umana sulle cose di Dio, poiché vera sapienza è solo quella che cammina sulle sue vie, quella cioè che è perfettamente aderente alla volontà di Dio, nel rispetto pieno e vero dei Comandamenti e guidato da spirito di prudenza e discernimento nello Spirito di Dio.
I capi della Chiesa avrebbero dovuto essere pieni dello Spirito Santo, eletti da Gesù, incaricati di evangelizzare, insegnare, condurre e santificare il popolo con i sacramenti.
La presenza dello Spirito Santo avrebbe garantito la presenza consolatrice e guida di Gesù, poiché lo aveva promesso di essere con loro fino alla fine del mondo. Gesù incarica i suoi, ma non si fa sostituire: egli mediante lo Spirito guida la sua Chiesa e non la lascia, anche se ancora la tentazione e le trame di uomini assetati di potere avrebbero potuto ripetere gli errori degli antichi scribi.
Nessuno è Maestro o Padre poiché con Gesù Dio è e rimane presente tra gli uomini nella sua Chiesa, Sua e di nessun altro.
Egli è presente nonostante le fragilità o la presenza di usurpatori secondo l’ambizione o per la rovina della Chiesa. Gesù non lascia i suoi, poiché è forza rigenerante che immette linfa vitale, purifica, corregge, rivitalizza quello che gli uomini e Satana distruggono.
Alla fine, il resoconto lo farà Gesù e nessun altro cosicché chi si esalta sarà umiliato, cioè, chi si mette al posto d

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