Commenti Vangelo » San Giuseppe custode dalla famiglia e della Chiesa – Commento al vangelo – 19.3.2021 -Lc 2,41-51 (cr
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19 marzo 2021

SAN GIUSEPPE CUSTODE DELLA FAMIGLIA E DELLA CHIESA

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,41-51)

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso.

San Giuseppe è esempio irraggiungibile di risposta ad una vocazione unica di custode della Santa Famiglia e dunque della Chiesa intera. Uomo che cercò Dio nel nascondimento e nell’umiltà fu predestinato alla missione più alta di qualsiasi altro uomo: proteggere la Madre di Dio da ogni assalto del nemico infernale, che nulla risparmiò contro di lui, la Santa Vergine ed il piccolo Gesù.
Il demonio non poteva nulla contro Maria direttamente, poiché il Cielo la copriva con la sua ombra, ma poteva muovere gli uomini per ostacolare e uccidere lei o il Salvatore del mondo, che osava presentarsi nella piccolezza e nella debolezza davanti al potere del Principe di questo mondo.
Giuseppe ebbe la missione di essere il Forte, il Custode silenzioso ed umile della maternità divina, e di essere padre sulla terra del Dio fatto Uomo, esempio di vita santa, di obbedienza, di umiltà, di servizio, di amore puro, purificato sette volte nel dolore e nelle prove. A Giuseppe fu affidato di andare contro il mondo dei potenti, di Erode sanguinario, poiché il piccolo Gesù che egli custodiva incuteva paura per la sua elezione a Re dell’intera umanità.
La custodia della Famiglia, primigenia della nuova umanità, la sua vita povera, ma sicura davanti a Dio, fu la missione di Giuseppe, che adempì fino al suo passaggio in Cielo, quando Gesù era già adulto, ma ancora conduceva una vita simile alla sua, come artigiano, in attesa di manifestare quella di Salvatore del mondo.
San Giuseppe condivise la missione di Maria, le ansie tra i pericoli, la responsabilità della vita e dell’educazione del Bambino, il Figlio di Dio, affidato alle loro cure di genitori. Con Maria condivise l’angoscia della perdita per tre giorni di Gesù, adulto secondo la Legge, ritrovato nel tempio a disputare con i dottori, quando, per volere di Dio Padre, mostrò ai sapienti del mondo che il Messia era giunto sulla terra.
Giuseppe e Maria, consideravano comunque ancora bambino quel Gesù, oramai adulto per la Legge: insieme furono schiacciati dall’angoscia di averlo perduto, per quei tre giorni terribili, fino a quando lo ritrovarono nel tempio,
Entrambi ricevettero quella lezione: Gesù doveva fare la volontà del Padre del Cielo. La custodia non poteva trasformarsi in possesso, neppure per i più santi degli amori come quelli di Maria e Giuseppe per il loro Gesù.
Essi erano chiamati a condividere la missione più alta del Redentore, sacrificando tutto quel che avevano: quel gioiello di Bambino, che indicava di seguire la volontà di Dio con sicurezza e lucidità.
I tre giorni dell’angoscia dei genitori, anticiparono la morte di Gesù. Quel calice amarissimo che Maria bevve con la Pasqua, Giuseppe lo assaggiò anticipatamente, ma per sostenere la sensibilità acuta della Madre.
Giuseppe e Maria sono la radice della Chiesa, generata da Cristo, che nascendo da Maria Vergine, formò una famiglia. Famiglia è Chiesa, è il mistero della vita divina che sorge e si perpetua con le famiglie degli uomini.
La famiglia genera nella carne, ed educa nella fede le creature che ricevono un’anima chiamata a tornare a Dio dopo un cammino di elevazione spirituale.
La Santa Famiglia è modello delle famiglie, è il primo nucleo della Chiesa, è dono del germoglio di Vita, Gesù, che diventa con il suo Spirito anima e forma vitalizzante delle anime dei fedeli, che così possono raggiungere il Cielo e stare al cospetto di Dio nella santità.

Dio vi benedica!
Gabriele Nanni

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