Commenti Vangelo » Camminare nello Spirito – Commento al vangelo – 23.5.2021 – Gal 5,16-25

23 maggio 2021

CAMMINARE NELLO SPIRITO

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai GĂ lati Gal 5,16-25

Fratelli, camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicchĂ© voi non fate quello che vorreste. Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge. Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impuritĂ , dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come giĂ  ho detto: chi le compie non erediterĂ  il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimitĂ , benevolenza, bontĂ , fedeltĂ , mitezza, dominio di sĂ©; contro queste cose non c’è Legge. Quelli che sono di Cristo GesĂą hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito.

Quando si fa riferimento allo Spirito Santo, indubbiamente la prima esperienza degli apostoli durante la Pentecoste risalta con le sue caratteristiche eccezionali. Le manifestazioni visibili e udibili da tutti, la presenza del fuoco soprannaturale sulle teste dei discepoli riuniti nel Cenacolo, il rombo di vento gagliardo, il dono della comprensione in ogni lingua, rendono la Pentecoste come il riferimento più potente allo Spirito Santo. La Chiesa primitiva si distinse come carismatica e San Paolo non lo nascose nelle sue lettere. Alla stabilizzazione e diffusione della Chiesa corrisponde una progressiva scomparsa dei fenomeni carismatici, se non nella vita dei Santi, quasi a qualificarli come tali. Ma se ascoltiamo San Paolo in realtà vediamo che la visibilità di manifestazioni eccezionali può sviare la sostanza dei doni dello Spirito nei credenti battezzati. San Paolo ci insegna, che ciò che ci caratterizza non è la forza di un’idea accolta con fortezza, anche se questo è certamente importante e meritevole, ma la nostra natura umana che viene superata dalla forza di Dio. Le volontà forti, infatti fanno parte dei doni trasmessi dalla natura, mentre la forza dello Spirito si innesta anche sulla nature deboli. I doni dello Spirito pertanto sono quelli che consentono di vivere, secondo lo Spirito di Dio, a persone che di natura e per il peccato non riuscirebbero mai con le proprie forze. San Paolo spiega l’esperienza fondamentale della vita spirituale, ossia di camminare secondo lo Spirito, poiché nella natura umana non vi è nulla di meritevole e capace di bene, se non per il fatto che è la vita del Cristo in noi che lo permette. L’uomo vecchio che cammina secondo le passioni e legato dal peccato, trova la sua libertà per la liberazione compiuta da Cristo, che vive in noi e ci rende capaci di comprendere e di agire nella sua volontà, quella stessa che ci unifica al Padre. La vita nuova nello Spirito, dunque, realizza la novità dell’uomo nuovo che è donato con il Battesimo, e che è Cristo stesso: il suo Spirito si insedia nel centro della nostra anima e ci permette di vivere nell’amore divino e di rigettare il male, quel peccato che drammaticamente vive in noi. I doni dello Spirito sono dunque coincidenti con quella vita nascosta in Cristo, che fa da perno interiore e ci fa convertire alle vie di Dio. L’anima che segue docilmente i suggerimenti dello Spirito, mostra di declinare la propria volontà secondo quella di Dio, l’anima invece che non ascolta, ma si lascia trascinare dai venti dalle passioni e del peccato, preferisce uniformarsi alle correnti impetuose del peccato che è nella nostra carne. Chi accoglie lo Spirito accoglie la brezza, il vento lieve e gentile del suggerimento di Dio all’anima. L’amore di Dio chiama, ma non forza, il peccato urla, strepita esige, appaga immediatamente, ma crea dipendenza perché non soddisfa. Il peccato cerca il precipizio per l’anima da dove non possa più rialzarsi. I gusti forti del peccato traggono in inganno, mentre la delicatezza e l’apparente piccolezza del bene sembra non avere potere sul peccato. Ma questa è la caratteristica di Dio, del suo Spirito Santo: chiama, invita, mette in gioco il volere dell’anima, la chiama a scegliere. Non c’è violenza, mai costrizione, ma quella pace, quella mitezza e quella serenità che fanno vivere come Gesù, che dice: “Imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime” (Mt 11,29). La vita secondo lo Spirito Santo consiste, dunque, nella possibilità di vivere come Cristo ed in Cristo, crocifiggendo le proprie passioni, la carne e i suoi desideri. Quando si impara a dire sì, tutto riesce: l’eroismo dei Santi sta in questo vivere fino all’ultimo giorno sulla terra, la morte con Cristo e la sua risurrezione nello Spirito, a camminare nella santità su questa terra vivendo nello Spirito, verso la liberazione completa della vita nuova che ci attende.

Dio vi benedica!
Gabriele Nanni

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