Commenti Vangelo » Sento compassione per la folla – Commento al vangelo Don Gabriele Nanni – 1.12.2021

1 dicembre 2021

Sento compassione per la folla

Mt 15,29-37

In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene. Per tre giorni la folla segue Gesù per ascoltarlo e per ricevere guarigioni dalle infermità, la compassione di Gesù, che vede la folla come pecore senza pastore, procura anche un cibo materiale con la moltiplicazione di quello che c’é, miracolosa e abbondante. L’esperienza del popolo di Israele che esce dall’Egitto, guidato da Mosè, si ripete e si perfeziona: Gesù guida il popolo alla verità con l’insegnamento del culto al Padre, rivela il suo amore, che guida alla liberazione dal peccato, il vero male che rende schiavi di Satana, il serpente, e che ha come effetto la triste esperienza delle infermità fisiche oltreché spirituali, della morte materiale oltre a quella spirituale. La guarigione di chi fu morso dai serpenti velenosi, per mezzo del serpente di bronzo sull’asta, trova pieno effetto con Gesù che guarisce dalle infermità dopo aver chiamato a conversione, dopo aver insegnato la volontà del Padre, mediante la sua Parola che è rivelata ora non per mezzo di Mosè, ma direttamente da Dio fatto Uomo. La Parola di Gesù è rivelazione fresca e rinnovata dei Comandamenti di Dio; essa salva dalla prigionia e dalla morte, conduce il Popolo nel deserto per purificarlo dal mondo ed assegnargli una terra per vivere secondo le sue Leggi. Gesù guida con amore dispensando l’insegnamento, guarendo tutte le malattie, mostrando che egli è Via di Vita, che conduce all’amore di Dio; Gesù ne è segno perfetto sulla terra, il cibo che egli moltiplica, è realizzazione piena di quello che per quaranta anni gli Israeliti sperimentarono con la manna. Il pane del cammino, il pane leggero che nutre e sostiene, ma non costringe a fermarsi in un luogo per potere vivere, non concede nulla alla gola, come gli uomini sono portati a fare, il pane del cammino quel pane azzimo della fretta per uscire dall’Egitto, poi sostituito dalla manna, permetteva di viaggiare, senza dover abitare in un luogo, lavorare la terra, seminare, mietere: bisogna viaggiare, camminare verso un altro luogo. Il miracolo del pane e del pesce moltiplicato insegna, oltre a nutrire, che Dio provvede, senza essere troppo preoccupati, per non legarsi al luogo, che è solo passaggio, non possesso. Il senso del pellegrinaggio della vita deve trovare un costante senso di provvisorietà, perché è facile diventare sedentari in questa vita scambiandola per definitiva, ed è facile cercare nel cibo soddisfazione, mentre bisogna rimanere leggeri, senza attaccamento. Bisogna nutrire il corpo, ma non appesantirlo, per andare oltre. Gesù mostra nei fatti di essere la guida e che il Regno non è questione di cibo e di bevanda, ma di amore, pace e giustizia, dove saremo come angeli, dopo la risurrezione. L’anima dunque che si attarda al cibo, alla sedentarietà, con gli affari e le preoccupazioni di questo mondo, non viaggia, non segue Dio, ma altre esigenze, che non portano oltre, ma fissano alla terra. Le dissipazioni ci costano l’annebbiamento della vista spirituale, la perdita della tensione al Cielo, l’inspessimento del cuore nelle cose materiali e con esse al vizio ed al peccato. Occorre la leggerezza che il movimento verso il Cielo dona, occorre il cibo leggero e sostanzioso dell’Eucaristia, che nutre lo spirito, e consente di avere lo Spirito di Dio, per lo spazio di un giorno, quello che basta, per rivolgere all’alba ancora lo sguardo al Cielo, chiedendo quello che è necessario per il nuovo giorno. Il Pane del Cielo dona la forza di sfuggire alla sedentarietà ed alle certezze terrene, per procedere liberi verso Dio, liberi nel corpo e nello spirito, guariti dalle ferite mortali del peccato che sono impedimento al procedere, impedimento a giungere Dio. La vita è condotta da Dio, giorno dopo giorno, secondo i suoi piani e la sua provvidenza: questo dice Gesù mentre insegna, guarisce e nutre, per condurci purificati e pronti al Regno del Padre.

Dio vi benedica!

Gabriele Nanni

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