Commenti Vangelo » Nel segreto dell’anima – Commento al vangelo Don Gabriele Nanni – 3.12.2021

3 dicembre 2021

Nel segreto dell’anima

Dal Vangelo secondo MatteoMt 9,27-31

 In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!».Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!».Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi.Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione. “Badate che nessuno lo sappia!”: la stranezza di tale ammonizione continua a colpire, nonostante tutte le interpretazioni che se ne possano dare. Ma in realtà questo silenzio appartiene alla segretezza di quello cha accade tra l’anima e Dio, anche se tutto sembra, ma solo in apparenza, risolversi nella guarigione della vista. Altre volte Gesù impone il silenzio, ma altre ancora i miracoli sono in mezzo a folle di migliaia di persone, altre ancora dice di rivolgersi ai sacerdoti, prima di andare altrove, come per i lebbrosi. Cambiano dunque le situazioni e le motivazioni di quel silenzio chiesto e imposto a chi ha ricevuto una grazia di guarigione. Ma qui il silenzio è tassativo e non ha giustificazioni, se non quella della fede di chi ha chiesto e ottenuto con l’incontro la grazia di guarigione della vista e con quella, va detto, molto di più. Il miracolo è premio alla fede nel Cristo, nel Dio fatto Uomo, non è solo una grazia concessa attraverso un uomo, santo, ma solo uomo. Molti sono i miracoli, che dagli apostoli in poi, hanno accompagnato la Storia cristiana, ma tutti sono ottenuti per grazia di Cristo, e c’è sempre una mediazione di un santo che ha pregato, che ha imposto le mani, che ha testimoniato Gesù il Risorto, padrone della vita e della morte. Ma nel caso dei ciechi che incontrano Cristo occorre dire che essi videro ben oltre, quello, che molti pur vedendo Gesù con gli occhi, non seppero riconoscere: il Cristo, pur ascoltandolo, non credettero nel Dio che con parole umane parlava loro; udirono, videro, ma non credettero, e non si convertirono. “Vi sia fatto secondo la vostra fede!” dice Gesù, ed essa divenne visibile, poiché ottenne il miracolo, divenne visibile a chi era presente, si manifestò fisicamente in quelle pupille che tornano a vedere la luce, perché gli occhi delle loro anime aveva visto prima la Luce del Cristo ed avevano creduto, ed ottennero misericordia. Altre volte Gesù dopo il miracolo concesso dice: “Va, la tua fede ti ha salvato!” Per dire che la salvezza, la salute del corpo proviene dalla fede in Gesù, e con essa la salvezza dell’anima, perché senza fede non c’è salvezza. Nessuno è salvato per forza e tantomeno per distrazione. Occorre una tensione dell’anima verso la luce, un desiderio di essere guariti nello spirito che sta morendo, di essere salvati dall’oscurità del peccato per poter ottenere, non il miracolo del corpo, ma quello della vita dello Spirito, della vita eterna, del paradiso. Questo silenzio, dunque, è quello richiesto per racchiudere nella camera segreta delle cose preziose dell’anima un incontro, che si ha solo lì: nel centro dell’anima vi è una stanza abitata dal Re, che ha creato l’anima stessa, che attende che lo spirito della creatura si affacci e lo scopra, che apra se stesso alla fede, per poter entrare nella propria stessa anima, ma in quella parte che è santa, che è luce, perché è abitata da Dio. Nel silenzio dell’anima, parla Dio, e lì deve stare il nostro spirito, con lui in adorante silenzio e amore, senza parole, poiché lui parla, senza altri perché è lui solo Dio, che desidera essere l’unico Dio, senza altri affetti, senza altri interessi, senza altri amori. Il silenzio dunque è necessario che sia calato sul segreto del Re, sul segreto del Messia che incontra le anime una ad una, e parla loro con la lingua che è solo di quell’anima e che nessuno altro conosce. Il segreto impedisce che la preziosità della luce sia dispersa inutilmente, partecipandola a chi non potrebbe mai comprendere, perché chi sa, già conosce, chi non sa non può capire. Il percorso di unione con Gesù è fatto solo dalla persona, singola, nessun altro la può fare, nessuno può sostituirsi. Il vangelo è una parola di richiamo, una chiamata a scorgere la luce, un appello alla conversione, all’uscita dalla morte, ma l’incontro di unione fedele e stabile con Dio è un punto di arrivo e di inizio che non è condivisibile, perché Dio è l’unico Dio per l’unica anima: ogni anima è amata come unica, come nell’unione sponsale, due anime diventano come una sola, per il miracolo dell’Amore santo, del Bell’amore che ripete la sinfonia d’amore di Dio, quello che è nel profondo dell’anima.

Dio vi benedica!

Gabriele Nanni

Scegli uno o piĂą temi