Commenti Vangelo » Prepararsi all’incontro col Signore – Commento al vangelo Don Gabriele Nanni – 11.12.2021

11 dicembre 2021

Prepararsi all’incontro col Signore

Mt 17,10-13

Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a GesĂą: «PerchĂ© dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».Ed egli rispose: «Sì, verrĂ  Elìa e ristabilirĂ  ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è giĂ  venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrĂ  soffrire per opera loro».Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista. Il compimento della profezia di Elia che doveva venire come compiuta con Giovanni il Battista fa riferimento alla profezia di Malachia: “Tenete a mente la legge del mio servo Mosè, al quale ordinai sull’Oreb, statuti e norme per tutto Israele. Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore, perchĂ© converta il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri; così che io venendo non colpisca il paese con lo sterminio.” (Mal 3,22-24). Lo spessore dell’importanza della profezia di Elia connesso con Mosè, risalta anche nel fatto che le parole di GesĂą vengono dette proprio dopo la sua trasfigurazione sul monte quando appaiono Mosè e Elia che discorrono con lui. La Legge e i Profeti, somma della rivelazione di Dio, sono ben rappresentati dai due condottieri, i quali a loro volta fanno riferimento a GesĂą, al centro, in quanto gli è la Parola che ispirò tutti i profeti e dettò la Legge al popolo. Se la Legge dona la via da seguire per camminare nel patto con il Signore, i profeti sono un richiamo alla correzione, quando la via è smarrita, lasciata o pervertita. La profezia è sempre un affacciarsi del Signore per richiamare il suo popolo alla Legge, alla sua volontĂ , al suo Patto vitale, alle condizioni per entrare nella terra nuova, quella della vita con lui. Nella profezia di Malachia troviamo lo stesso richiamo al ritorno alla Legge di Mosè data sull’Oreb e al ristabilimento della giustizia sulla terra, con la vittoria sugli iniqui. Il popolo di Dio deve però tornare a lui, convertirsi per non entrare nella sorte di coloro che fanno il male. Il ritorno di Elia, con la predicazione del Battista, realizza il richiamo accorato del Signore a preparare i cuori per comparire davanti a Dio nel suo giorno tremendo. Il Messia dunque è preceduto dal ritorno di Elia, per dare un tempo di preparazione prima che il giudizio si abbatta sulla terra e trovi il suo popolo impreparato. Infatti, il ruolo di Elia-Giovanni è senza meno quello di indicare il Messia, ma anche quello di preparare la conversione degli uomini, ad accogliere il Cristo, ed avere, per la sua grazia, i peccati perdonati. La prima fase si è conclusa, dunque, con la passione di Cristo, che non a caso viene rivelata dopo il discorso su Elia, scendendo dal monte. Si tratta della fase, che con la risurrezione di GesĂą apre il tempo della seconda: quella del suo ritorno. Infatti, noi attendiamo la sua seconda venuta nella gloria per giudicare tutti gli uomini. Quello che avvenne nella vita terrena di GesĂą è dunque profezia del compimento pieno che deve ancora verificarsi: come Giovanni preparava i cuori per la conversione per trovarsi preparati davanti al Cristo ed avere la salvezza, così il tempo che attende il suo ritorno, ovvero il nostro, è quello concesso per la conversione degli uomini, non solo limitatamente ad Israele, ma all’umanitĂ  intera. Dobbiamo intendere dunque la Chiesa missionaria come incaricata della predicazione della conversione a Dio, alla Legge dell’amore, della concordia reciproca, in vista di un giudizio che deve trovare preparati i cuori, non piĂą quelli della Giudea e della Galilea, ma quelli degli uomini del mondo intero. Il nostro tempo, invece è dilaniato dalla divisione ogni dove, non meno nella Chiesa, divisa da mille anni con l’oriente e da cinquecento nell’occidente, ma non possiamo purtroppo dire che le divisioni siano assenti ora nella Chiesa Cattolica, con fazioni e discordie, incomprensioni, che sembrano moltiplicarsi in mille frammenti che si allontanano come schegge di una esplosione. La discordia segna e caratterizza il nostro tempo e il tempo del richiamo alla conversione diventa piĂą che mai urgente, perchĂ© il Signore non ci trovi divisi davanti al suo volto. Il giorno del Signore infatti metterĂ  fine all’ingiustizia e separerĂ  i giusti dagli iniqui, ma dobbiamo chiederci onestamente se facciamo parte di coloro che vogliono la concordia, l’amore o di coloro cha avendo l’odio, alimentano le divisioni cominciando dalle famiglie fino alle nazioni. La sofferenza del Cristo è provocata da ciò che stiamo facendo, la sua passione anticipò il dolore delle nostre colpe di ora: siamo chiamati fortemente alla conversione, al rispetto delle Leggi di Dio, all’ascolto della voce dei Profeti, all’obbedienza della Legge dell’amore messa nei nostri cuori, ma lasciata inascoltata, per seguire quella del mondo, per comparire davanti al giudizio del Signore.

Dio vi benedica!

Gabriele Nanni

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