13 dicembre 2021
Autorità originaria e derivata
Mt 21,23-27
In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose». Vi sono due autorità che si scontrano: una è quella di Dio, l’altra quella degli uomini. La prima è quella del Creatore, è sostanziale, poiché suo è il potere vero, quello di fare esistere le cose, di governare la natura, l’universo e le creature intelligenti. Il potere umano invece è derivato dalla concessione di Dio. La ribellione e l’autonomia da Dio è la storia dell’umanità decaduta: il potere umano che è limitato e non eterno deve durare mediante l’organizzazione delle cose sotto l’autorità di uno o di pochi per disporre nello spazio e nel tempo della scienza e del potere costituito. Le Istituzioni umane hanno lo scopo di far durare nel tempo il potere debole dell’uomo. Dio è l’Eterno e l’Onnipotente, perché creatore; gli uomini invece devono rendere continue le opere attraverso la stabilità delle istituzioni, che durano oltre le le generazioni. La lotta per il potere dunque esige sempre il possesso della conoscenza umana, il controllo delle risorse economiche e quello delle istituzioni, ma il controllo sostanziale della vita materiale è sempre di Dio, l’uomo non è che un soffio e la sua memoria scompare. L’autorità di Dio non vuole ciò che potrebbe: distruggere gli uomini ribelli, ma vuole il loro recupero, il ritorno al rispetto libero e per amore della sua autorità, per fare il dono della sua autorità nella giustizia e nell’amore reciproco. Il popolo di Dio è di costituzione divina, la Legge e la conoscenza vengono da Dio, che lo governa mediante degli intermediari, suoi servi, la sua voce risuona attraverso i profeti ed il cammino del popolo ha lo scopo di rendere spiritualmente maturi i suoi componenti: ogni persona deve poter entrare in uno stato superiore, diventare come Dio, entrare nell’eternità per condividere con lui il Regno di un altra terra e di un altro cielo. L’autorità e le istituzioni terrene sono dunque provvisorie e finalizzate al loro superamento nel rispetto dell’autorità divina. Ma se il cuore dell’uomo rimane ribelle e malvagio, ogni luogo di potere, di conoscenza e di autorità, diventa importante per il dominio. Tuttavia l’autorità di Dio è possesso originario e permanete, mentre quella umana deriva dalla posizione che Dio conferisce; così i sacerdoti del tempio e gli scribi possedevano un’autorità derivata dalla loro posizione nell’Istituzione divina, ma non possedevano un’autorità originaria e sostanziale come quella di Dio. Insegnare e governare dalla posizione di potere, ma senza rispetto della voce di Dio, della sua volontà, costituiva l’ipocrisia e la menzogna, poiché il cuore di quegli uomini non era al servizio di Dio, ma pervertito al potere personale, all’avidità; essi non erano al servizio del popolo, quali mediatori del favore divino. Gesù con violenza caccia i mercanti del tempio, segno della perversione del Tempio, casa di preghiera, in spelonca di ladri: i sacerdoti erano i traditori della volontà di Dio abusando dell’autorità che proveniva dall’istituzione, per sfruttare il popolo e schiacciarlo a piacimento. Con quale autorità faceva questo Gesù? Ovviamente non con una autorità derivata come quella dei sacerdoti, ma con una autorità originaria, divina, di chi possiede il vero potere sulle cose, sulla vita e sulla morte. Gesù dimostra ampiamente con le opere il suo potere: potere di miracolo, potere di risurrezione, potere sui demoni, dunque potere sugli uomini, che però non esercita, in attesa di una loro risposta al suo richiamo di giustizia. Accade così che la Chiesa, di istituzione divina, possa essere occupata e diretta da uomini infedeli, ma l’autorità originaria è quella di Dio e la loro infedeltà li priva dell’autorità che deriva da Dio, pur rimanendo vera l’istituzione. Ha misericordia Gesù, e prima di riprendersi tutto quello che è suo, lascia il tempo per la conversione. Il tempo diventa breve, però quando gli uomini cercano di occupare ogni spazio di potere, non lasciando la possibilità della vita spirituale al popolo: allora il Signore interverrà con il soffio della sua potenza, per liberare gli oppressi, non tarderà.
Dio vi benedica!
Gabriele Nanni