Commenti Vangelo » La Madre del mio Signore – Commento al Vangelo Don Gabriele Nanni – 19.12.2021

19 dicembre 2021

La madre del mio Signore

Dal Vangelo secondo Luca Lc 1,39-45  

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una cittĂ  di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». La presenza del germoglio divino che aveva reso fecondo il grembo della Vergine, espande la sua grazia nell’universo creato, muovendo le creature e trasformando i cuori ben disposti. Un movimento dello Spirito Santo procede con Maria di Nazareth che con premura di madre verso madre, di Dio verso le creature, di serva dell’umanitĂ  da salvare va dalla cugina, che in grembo portava il piĂą grande degli uomini. Maria porta con sĂ© la caritĂ  pronta ad aiutare a sorreggere con la sua fortezza e la sua fermezza i timori di una madre non piĂą giovane, che voleva rimanere nascosta, per non dare spazio a voci inutili e maligne. Maria sa perchĂ© l’angelo le aveva detto, Maria va perchĂ© la caritĂ  la spinge, Maria si reca da Elisabetta perchĂ© lo Spirito la guida per completare la sua opera. Così all’incontro tra le due donne lo Spirito riempie Elisabetta, ella profetizza, e il piccolo Giovanni è santificato e riempito di gioia. La maternitĂ  difficile di Elisabetta è soccorsa, la sua missione è aiutata e completata dallo Spirito, il bambino santificato nel suo grembo: ella madre del Profeta, novello Elia, profetizza e chiama la giovane cugina, Madre del suo Signore: se l’angelo aveva rivelato la maternitĂ  di Elisabetta a Maria, solo Dio poteva rivelare a Elisabetta la sua incipiente maternitĂ , e sopratutto che si trattava di Dio fatto uomo. Ella chiama la giovane cugina, Madre del mio Signore, e riconosce in lei la regalitĂ  che proviene dal suo stato, poichĂ© il figlio è discendente di Davide, ma è il Dio Signore dell’universo, il vero Re del mondo creato. Elisabetta, nello Spirito sente la regalitĂ  divina di Maria e si inchina, poichĂ© si è degnata di visitarla. La Vergine prorompe nel canto di lode del Signore, di cui è Madre, ma è anche creatura, la sua anima magnifica il Signore ed esulta in Dio suo salvatore. GesĂą, infatti, che deve nascere, è il Salvatore dell’umanitĂ  e Maria si sente elevata all’altezza inarrivabile della dignitĂ  di Madre, poichĂ© prima ella stessa è stata salvata. Il GesĂą, salvatore che porta in grembo è suo Figlio, ma è suo Signore, ella è la Madre, ma è anche la salvata, poichĂ© preservata dal destino di morte dell’umanitĂ , ma resa e mantenuta immacolata, in uno stato spirituale di purezza, per essere dimora, arca del purissimo Uomo-Dio. Salvata è dunque la Vergine di Nazareth prima del suo sì, in vista della sua adesione perfetta alla divina volontĂ . Il Signore GesĂą che ella porta in grembo come uomo si era disposto con un suo fiat al Padre a compiere la sua volontĂ , attraverso un corpo, da offrire in sacrificio. Non piĂą offerte di vittime, ma offerta di se stesso sacrificando la propria volontĂ  a quella del Padre per attuare la redenzione dell’umanitĂ  che aveva preferito la propria volontĂ  a quella di Dio. Il fiat del Figlio di Dio aveva preceduto e contenuto il fiat della creatura Maria, lo aveva generato prima che ella lo pronunciasse, e poi, di fronte all’angelo, la creatura perfetta lo pronunciò: “Si compia in me secondo la tua parola”. L’universo esulta e stupisce, prima di fronte al sì del Figlio nell’accettare di farsi Uomo e sacrificio per l’umanitĂ , poi per la prima creatura umana che pronuncia la sua adesione perfetta nell’amore alla volontĂ  del Creatore. I due fiat sono generati con atto creativo dal Dio Figlio, in esso Maria è creata, , preservata e salvata, predisposta a quel fiat, che permette al Figlio di Dio di entrare in lei come uomo e dipendere da lei, dal suo fiat, dalla sua risposta di amore alla volontĂ  di Dio. Così in quella corrispondenza prima di Dio, poi della creatura, poi della creatura ed in seguito del Figlio, il fiat si ripete, di momento in momento nella vita terrena fino alla morte di croce, fino all’attesa della risurrezione, fino al ricongiungimento in cielo delle due volontĂ  unisone di amore per il Padre.

Dio vi benedica!

Don Gabriele Nanni

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