1 maggio 2022
L’innocenza immolata
Ap 5,11-14
Il brano dell’Apocalisse offre un’immagine che comunica con immediatezza la complessità della ragione del male e della sua sconfitta mediante il bene. Tutto questo accade per decreto divino, poiché solo Dio supera il Male e può decidere cosa lo sovrasta e lo annienta, come sconfiggerlo e chi possa essere il vincitore. Così quello che umanamente e diabolicamente è assurdo, viene attuato da Dio, perché sua è la potenza e sua è la decisione di concedere vittoria a chi il male lo ha subito, anziché chi il male lo ha inflitto. Se il mondo conosce la legge del più forte, quello della violenza e dell’inganno, quello della menzogna e del delitto, Dio trasforma il male in bene, premiando chi lo subisce e condannando chi lo infligge. Ma quello che sorprende e sconvolge, è che egli condanna il male e premia il bene fatto, non come giudice esterno, estraneo al mondo. Ma dal di dentro, dando il potere di giudizio a chi è uomo e vince il male, avendolo subito. Diciamo sovente, che Dio dovrebbe impedire il male e favorire il bene, così come avviene in una città dotata di polizia e di magistratura. Quello che accade invece nella città terrena secondo il piano di Dio è che il male viene lasciato agire secondo la scelta e la responsabilità degli uomini. Ebbene Dio non lo impedisce, ma tale libertà di commetterlo, mette alla prova il cuore degli uomini: ciò che vogliono, la direzione che prendono, verso Dio o verso se stessi. Il male dunque è lasciato agire perché Dio cerca l’uomo che voglia il bene, che cerchI il Creatore che è solo Bene. Questo uomo è quello che egli vuole prendere con sé per sempre, e innalzarlo alla beatitudine, dove il male non trova un atomo di spazio. Quest’uomo capace di rimanere puro dalla generazione malvagia è l’uomo che Dio elegge come giudice, per i buoni e i cattivi. Diventa giudice, perché non si è lasciato inquinare dal male neanche quando il male si è riversato ingiustamente su di lui: non ha chiesto vendetta e non ha inveito, non si è lamentato ed ha continuato a sperare in Dio, senza perdere la fiducia nel suo amore, nonostante quello che gli accade. L’uomo, abbandonato nelle mani dei malvagi, prova la solitudine profonda del bene sostenuto, della verità testimoniata, della fedeltà a Dio, senza trovare giustizia, rifugio e salvezza dalla violenza malvagia di chi lo tormenta e lo uccide. In tale stato di solitudine, l’uomo che si mantiene fedele è l’uomo giusto, l’uomo che ama nonostante il male, l’uomo che rimane integro e non si lascia inquinare dal male, che il malvagio gli vuole instillare tormentandolo senza pietà . Guai all’uomo che cede al male e restituisce il male! Beato colui che rimane fedele al bene e ripaga con il bene il male subito! Questa è la Legge di Dio, che premia e dà potere a chi rimane fedele a lui nella prova. Il potere è quello del giudizio e della risurrezione per la vita per tutti coloro che hanno creduto nella giustizia e non hanno ceduto, coloro che sono morti per essa,, per la verità , ma non si sono lasciati inquinare dallo spirito del male. Costoro sono vittoriosi ed allo stesso tempo governano il mondo. Il mondo della legge del più forte è stato gettato nello stagno di fuoco, distrutto, mentre e il Regno del Cielo, presente nei cuori dei giusti, viene fatto vivere per sempre, trasfigurato in cielo e terra nuovi. Colui che ha potuto fare tutto questo è uno solo: Gesù, l’Agnello di Dio, colui che rimane agnello, e non si fa lupo, che subisce il male senza cambiare la propria natura rimanendo buono, santo, cioè puro da ogni peccato, senza restituire con la vendetta. L’agnello è dunque l’innocenza messa alla prova, a lui viene donato ogni potere, poiché così Dio stabilisce: al vincitore viene dato un Nome che è al di sopra di ogni altro nome. E chi rimane con lui e rimane nella fede, per quanto venga macellato, non diventa carne per nutrire il male, ma sacrificio per nutrire il bene. Tutto quello che si patisce nella vita, in uno stato di giustizia, non può diventare pasto del Maligno, che ingrandisce il proprio potere con il peccato delle anime che cedono a lui. La carne dell’innocente, infatti, diventa pasto per nutrire e dare forza ai buoni che credono in lui, resi capaci di esser forti della sua forza per il nutrimento del suo spirito, fatto di carne, cioè di vita vissuta materialmente sulla terra, con le lotte e le sconfitte, i mali e le sofferenze portate sul proprio corpo. Ecco che l’Agnello macellato è, dunque, vittima immolata, resa sacra e capace di donare la forza del bene integro che integralmente ha mantenuto nella prova: a lui è dato ogni potere, in cielo, in terra e sotto terra. Così dopo il tempo breve della vita terrena, un nuovo ordine viene stabilito da Dio e nessuno lo può sovvertire. A chi viene trovato fedele, perché nutrito della forza dell’Agnello, della sua carne e sangue…
Dio vi benedica!
Don Gabriele Nanni